Diploma maturità classica – Laurea in Giurisprudenza in 3 sessioni e mezza – Pratica legale – Pallavolista di successo – Manager bancario e finanziario – Critico musicale dal 1977 – 6 mesi esperienza radio settore rock inglese ed americano – Studi continuativi di criminologia ed antropologia criminale – Lettore instancabile – Amante della letteratura noir e “gialla “ – Spietato con gli insignificanti. Fabio è venuto a mancare nel maggio del 2017. Ma noi abbiamo in archivio molte sue recensioni inedite che abbiamo deciso di pubblicare perché sono davvero parte della storia della critica musicale italiana

Qui non siamo dalle parti di un piccolo gioiello punk come “Dance with me” dei TSOL. Qui siamo nel punk più sudicio, grezzo, arrabbiato, asociale del periodo. La copertina del disco con quel barbone che sventola in modo irridente la bandiera americana, sozzo, lercio, osceno, puzzolente di alcol e di urina, bene rappresenta il contenuto del medesimo. L’album, oramai pressoché introvabile, rappresentava la rivolta della gioventù americana del periodo, coi jeans strappati alle ginocchia, le bandane sulla fronte, il modo arrogante di tenere in mano il basso e la chitarra ed un cantato slabbrato ed indisponente. Sempre a San Francisco siamo coi LEWD, ma dalla parte più barricadera e di protesta. Il quartetto aveva il suo punto di forza più appariscente nella bassista e cantante Olga De Volga, nome d’arte di Susan Smith, che proveniva dagli ambienti più sozzi e truci del porno hardcore a stelle e strisce, specializzata in altra roba rispetto a suonare il basso e cantare. Eppure capace di farsi ascoltare al di là delle sue provocazioni “fisiche”. Gli altri tre erano: J.Sats Beret, voce, Bob Clic, chitarra e voce e Christopher Clark Reece alla batteria. Il disco pare suonato dal vivo, tanta e tale è l’irruenza delle esecuzioni. Le 12 composizioni si assomigliano un po’tutte. Tempi strettissimi e galoppanti, un basso propulsivo e chitarra e voce urticanti. Spiccano la title track: “American Wino”, cantata dalla bionda bassista con grinta e forza, “Climate for fear”, dai toni più metallici ed articolati con una buona prova della chitarra, a cucire strappi continui della sezione ritmica, “Magnetic heart” che ha un suo cuore pulsante nelle variazioni continue di ritmo, su una cortina che vuole essere davvero monolitica come propositi. “Beyond moderation” (oltre la moderazione), già il titolo è una provocazione, tosta e ribollente, che va a chiudere la prima side del disco. Sulla seconda, si evidenziano soprattutto “Mobile home” che denota un certo sforzo compositivo diverso rispetto alla maggior parte degli altri pezzi e “Polluted brain” dal testo e dall’interpretazione invero provocatoria ed allusiva. Si termina col triste destino di Olga de Volga: Susan Smith nata a Dallas in Texas il 19 maggio 1951, muore a San Francisco a 56 anni compiuti il 26 marzo 2008. Una vita da scapestrata senza limite alcuno. Una delle tante che ha pagato il prezzo altissimo della corrente elettrica del rock e non solo. Disco per solo fans del punk più oltranzista ma pezzo di antiquariato sonoro non da poco. LEWD:l’osceno che non ti lascia mai!

American Wino Book Cover American Wino
Lewd
Punk
1982