Intriso da sempre di musica, avendo trascorso l’infanzia (ahimè, inutilmente!) al fianco del padre che accompagnava al piano la madre cantante, al pari d’un novello Ambroise Bierce, lo scrittore topografo della Guerra di secessione americana, come archeologo ha rilevato (tacheometro, “dritta quella dannata stadia!” e logaritmi vari) mezza Africa Orientale, il Medio Oriente e il Centro America. Tra una stagione concertistica e l’altra organizzata come impresario (essendo sempre stato cacciato dai cori in cui cercava ostinatamente d’intrufolarsi), infine è approdato alla traduzione letteraria dei classici anglo-americani... sembrerebbe con risultati migliori che come baritono. Pare. Quello che invece è sicuro è che è davvero Il Cappellaio Matto.

VII puntata nella musica di Joyce

De Il Cappellaio Matto

Dicevamo che la frequente ricorrenza delle canzoni serve per ricordarci che l’argomento della relazione amorosa tra Molly e Blazes non evapora mai dai pensieri di Bloom e dall’azione centrale dell’opera. L’uso che Joyce fa della tecnica wagneriana del leitmotiv (ovvero il motivo conduttore, il tema musicale ricorrente associato a un personaggio, un sentimento, un luogo, un’idea, un oggetto, fa parte di questo sviluppo tematico: come l’adulterio di Molly viene portato avanti attraverso ricorrenti titoli e analogie musicali, lo stesso avviene anche per la relazione amorosa di Bloom con Martha Clifford.

È stata ipotizzata un’interessante equiparazione tra i personaggi dell’Ulisse di  Joyce e quelli del Don Giovanni di Mozart.

È probabile che, nell’impiegare riferimenti musicali al Don Giovanni mozartiano, Joyce contò molto sulla familiarità dei suoi lettori con i personaggi dell’opera e con il famoso duetto “Là ci darem la mano”.

In un eventuale confronto, Don Giovanni può essere identificato con Hugh E. (Blazes) Boylan (l’amante); Zerlina con Molly Bloom; il fidanzato di Zerlina, Masetto, con Leopold Bloom (il tradito).

Ma il gioco di Joyce si fa più complesso: si sa, infatti, che in un dramma amoroso un uomo può interpretare diversi ruoli in situazioni diverse, anche contemporaneamente. Così, in rapporto a Zerlina-Martha Clifford, il Don Giovanni è Bloom. Insomma, per intenderci, come se nell’opera di Mozart fosse Masetto, non Leporello, a indossare gli abiti del Don Giovanni nella famosa scena del balcone… (per ascoltare cliccare QUI).

A volte, addirittura, Bloom assume il ruolo del Commendatore (il vendicatore, padre di Zerlina), e una o due volte, per sua vergogna, quello di Zerlina.

Il tema del Don Giovanni viene introdotto subito dopo che è stato presentato Leopold Bloom.

Quando al mattino, egli scorre la posta, scopre una lettera per sua moglie del bello e ricco Blazes Boylan, il quale farà visita a Molly nel pomeriggio per portarle il programma del prossimo concerto.

Il programma di Molly consiste di due brani: “Là ci darem la mano”, insieme a J. C. Doyle (per ascoltare cliccare QUI), e Love’s Old Sweet Song (eseguita QUI in una rara incisione del 1927 proprio dal celebre tenore irlandese John McCormack).

Bloom sospetta più che mai la ragione dell’imminente visita.

Da questo momento il duetto tratto dal Don Giovanni che Molly ha in programma di cantare diventerà per Leopold il simbolo del suo tradimento con Boylan.

Ma non c’è solo Molly, c’è anche la figlia Milly: nella sua lettera che arriva la mattina stessa, la ragazza parla di un giovane studente di nome Bannon, il quale canta la canzone di Boylan su Those seaside girls, interpretando anche il ruolo del Don Giovanni (per ascoltare la canzone cliccare QUI).

Bloom esce di casa, si reca all’ufficio postale e ritira una lettera da una certa Martha Clifford, con la quale porta avanti una corrispondenza clandestina. Bloom stesso ora assume il ruolo del seduttore e passeggia canticchiando i versi del Don Giovanni: “Là ci darem la mano…”, come preludio all’apertura della lettera. Legge poi la lettera e intanto cammina otre la chiesa, pensa alla musica sacra e gli viene in mente Saverio Mercadante con le sue Ultime sette parole di Cristo o la Missa in do (K.257, ovvero Credo Mass), in particolare il “Gloria” (cliccare QUI). Più tardi, durante il pranzo, sempre con Blazes in testa, Bloom si ritrova a canticchiare dal Don Giovanni, “A cenar teco m’invitasti” (per ascoltare cliccare QUI; e anche in una rara edizione con Tadeo Giorgio QUI). Parole che nell’opera di Mozart sono cantate da Commendatore, giunto per vendicarsi di Don Giovanni.

Successivamente Leopold vede passare Boylan per la strada, ma non si comporta certo come il Commendatore. In una scena successiva, Don Giovanni-Boylan amoreggia con una fanciulla in una bottega da fruttivendolo, mentre Boom acquista il libro Sweets of sin per la moglie…

Le strade di Bloom e del suo rivale stanno per incrociarsi. Quando Boylan entra nell’Ormond Bar, Bloom ne evita la presenza, ma non può fare a meno di pensare a lui, chiedendosi se non si sia dimenticato dell’appuntamento che l’uomo ha con la moglie Molly alle quattro. In realtà Blazes non se n’è affatto dimenticato  e, infatti, poco dopo se ne va per recarsi all’incontro. Ora che Boylan è ‘fuori scena’, Bloom ascolta il pianoforte dove qualcuno sta suonando e Bloom commenta tra sé e sé che si tratta del minuetto dal Don Giovanni (per ascoltare cliccare QUI e QUI).

La tematica del Don Giovanni Joyce non la riprenderà più in modo così specifico, nel romanzo, fino alla scena del quartiere a luci rosse. E di nuovo nel soliloquio di Molly…

Molly che la notte ripensa alla visita pomeridiana di Boylan e al modo in cui hanno cantato insieme, e medita sulla possibilità di rendere nota al marito la sua infedeltà con Blazes Boylan. E come? Cantandogli un’aria dal Don Giovanni, naturalmente: «…singing a bit now and then mi fa pietà Masetto then Ill start dressing myself to go out presto non son più forte». Dunque di nuovo «mi fa pietà Masetto», secondo questa interpretazione di Cecilia Bartoli e Thomas Hampson (cliccare QUI). Molly sa che queste parole diranno a Bloom cosa è accaduto, perché sono le stesse che nell’opera mozartiana svelano la debolezza di Zerlina, che dapprima è dispiaciuta per il fidanzato Masetto, ma poi all’improvviso non si sente più abbastanza forte da riuscire a resistere a Don Giovanni. Nell’opera Zerlina verrà ‘salvata’ dall’arrivo di Donna Elvira, invece al numero 7 di Eccles Street non c’è nessuno che possa intervenire…

Bene, nella prossima puntata parleremo delle Sirene, l’episodio musicale del romanzo. In conclusione, una suggestiva evocazione cinematografica del soliloquio di Molly (QUI e

QUI).