Intriso da sempre di musica, avendo trascorso l’infanzia (ahimè, inutilmente!) al fianco del padre che accompagnava al piano la madre cantante, al pari d’un novello Ambroise Bierce, lo scrittore topografo della Guerra di secessione americana, come archeologo ha rilevato (tacheometro, “dritta quella dannata stadia!” e logaritmi vari) mezza Africa Orientale, il Medio Oriente e il Centro America. Tra una stagione concertistica e l’altra organizzata come impresario (essendo sempre stato cacciato dai cori in cui cercava ostinatamente d’intrufolarsi), infine è approdato alla traduzione letteraria dei classici anglo-americani... sembrerebbe con risultati migliori che come baritono. Pare. Quello che invece è sicuro è che è davvero Il Cappellaio Matto.

XV puntata

De Il Cappellaio Matto

10 Le Simplegadi

Nell’episodio “Le Simplegadi” (ovvero i favolosi scogli, che gli antichi ritenevano mobili tanto da scontrarsi continuamente fra loro, da cui il nome, «le [rocce] che cozzano tra di loro», impedendo il transito delle navi e attraverso le quali dovette passare la nave Argo, con gli Argonauti, per entrare nel Ponto Eusino), nell’episodio, si diceva, sono protagonisti gli abitanti di Dublino e le strade che formano il grande labirinto della città, nel quale si muovono i personaggi che, in parte, convergeranno poi all’Ormond Hotel.

Le allusioni musicali presenti nel capitolo non sono numerose, ma le poche presenti sono interessanti perché rappresentano una sorta di anticipazione al capitolo successivo delle “Sirene”, quello musicale per eccellenza.

Il primo riferimento musicale è un vago accenno alla ballata Death of Nelson (cliccare QUI), e subito dopo alla canzone When the Bloom Is on the Rye (cliccare QUI), quando due personaggi, Lenehan e M’Coy, osservando Bloom fermo davanti alla bancarella di un libraio, si divertono a immaginare il libro che Leopold sta comprando.

La canzone sarà un leitmotiv del capitolo dopo. La citazione successiva si riferisce al quartetto “Lo, the early beam of morning”, tratto dall’opera The Siege of Rochelle di William Balfe (cliccare QUI, finale del primo atto), che, come ricorda Leopold, Lenehan e la moglie Molly si misero a cantare tornando una sera a casa seduti in carrozza, e a ogni scossone della vettura Molly si buttava addosso a Lenehan, il quale non era affatto dispiaciuto della cosa.

Un riferimento che contribuisce a creare e soprattutto ad anticipare l’atmosfera e lo stato d’animo di Leopold nell’episodio successivo, quando il pensiero dominante sarà Molly con il suo tradimento e i motivi musicali saranno le chiavi di sviluppo dei suoi pensieri.

I riferimenti musicali successivi sono alla ballata The Memory of the Dead (cliccare QUI), e soprattutto alla famosa ballata irlandese già più volte incontrata The Croppy Boy (cliccare QUI).

Questa canzone sarà uno dei motivi musicali principali dell’episodio delle “Sirene” e sarà cantata da Dollard, il quale creerà grande commozione nelle persone presenti all’Ormond Hotel, portando le due cameriere quasi alle lacrime.

Dopo una citazione della canzone The Shade of the Palm, dall’operetta Florodora di Leslie Stuart (cliccare QUI e QUI in una curiosa incisione “meccanica), e della canzone The Men of the West (cliccare QUI), l’ultima citazione musicale dell’episodio è alla canzone My Girl’s a Yorkshire Girl (cliccare QUI): in questo caso, però, la citazione non compare tra le riflessioni di un personaggio, bensì nelle parole stesse del narratore che introduce la figura di Boylan, e l’associazione della canzone con Boylan è ancora un motivo d’insistenza sul tema dell’adulterio e dell’intesa tra Molly e il suo amante Blazes, Il parallelo con la canzone è chiaro nell’immagine dell’amante che si reca in casa della donna amata, con la differenza che nella canzone egli viene sorpreso dal marito della donna e costretto a fuggire.