Intriso da sempre di musica, avendo trascorso l’infanzia (ahimè, inutilmente!) al fianco del padre che accompagnava al piano la madre cantante, al pari d’un novello Ambroise Bierce, lo scrittore topografo della Guerra di secessione americana, come archeologo ha rilevato (tacheometro, “dritta quella dannata stadia!” e logaritmi vari) mezza Africa Orientale, il Medio Oriente e il Centro America. Tra una stagione concertistica e l’altra organizzata come impresario (essendo sempre stato cacciato dai cori in cui cercava ostinatamente d’intrufolarsi), infine è approdato alla traduzione letteraria dei classici anglo-americani... sembrerebbe con risultati migliori che come baritono. Pare. Quello che invece è sicuro è che è davvero Il Cappellaio Matto.

La musica in Joyce. IV tappa

De Il Cappellaio Matto

Per chi non abbia una certa attitudine per la musica, l’Ulisse di Joyce può apparire spesso incoerente, oscuro, di difficile comprensione, ma in realtà l’universo che lo scrittore crea nel romanzo emerge con un movimento ritmico che ricorda una gigantesca sinfonia.

Insomma il romanzo è una miscela di musica e letteratura, in cui tenteremo di districarci.

L’Ulisse non solo contiene un elevatissimo numero di allusioni musicali (che poi vedremo nel dettaglio), ma nell’opera emerge anche l’uso estremamente vario che Joyce fa della musica per sviluppare stile, caratterizzazione, stato d’animo, struttura, temi…

Joyce impiegò almeno 731 allusioni a vari lavori in musica, lavori di diverso genere, per sottolineare punti nella narrazione e aggiungere peso alle affermazioni dei personaggi, come vedremo volta per volta in questa nostra lunga odissea.

Gli ampi concetti, le storie e le connotazioni delle canzoni evocate, aiutano a spiegare, delineare ed enfatizzare certe puntualizzazioni fatte dai protagonisti nel testo. In altri punti del testo, i riferimenti a canzoni sono utilizzati tanto come musica quanto come fonte di riferimento musicale.

Altre volte le allusioni musicali sono un espediente molto utile per sottolineare le opinioni di Bloom, di Stephen o di altri personaggi su argomenti di vario genere; oppure svolgono la funzione di veicolo d’associazione tra vari pensieri, permettendo il passaggio da un argomento all’altro; o ancora, la musica sottolinea lo stato d’animo e il tono generale di un’intera scena dell’opera.

La funzione quindi della musica come analogia strutturale è ben nota: basti pensare che Ezra Pound nel 1922 definì l’Ulisse «a novel in sonata form, that is to say, in the form: teme, countertheme, recapitulation, development, finale». Infine la musica nell’Ulisse esiste anche nell’accezione più concreta del termine: onomatopee, trascrizioni foniche dei rumori più vari, acqua, treni, macchine, carrozza che passa, zoccoli di cavalli, coltellate…

Ad alcuni, però, la definizione di sonata appare troppo limitativa, perché la sonata è un tipo di composizione troppo semplice per racchiudere la moltitudine di tematiche sviluppate nell’opera: l’Ulisse sembra essere “orchestrato”, come dicono alcuni, piuttosto per un’intera orchestra: un romanzo sinfonico, e la sinfonia è “una sonata per orchestra”.

C’è stato chi, partendo da questo assunto, ha fatto delle ipotesi su quale sinfonia Joyce avesse in mente, nel caso che davvero si fosse servito di una particolare sinfonia come modello.

Dunque, sappiamo che Joyce aveva un’innegabile attrazione per Mozart, per il quale nutriva un grande entusiasmo.

C’è chi, avventurandosi a questo scopo nello studio delle sinfonie di Mozart, ha ipotizzato che Joyce potesse avere in mente la Sinfonia in re magg, n. 31, K 297/300, meglio conosciuta come Pariser Sinfonie (Sinfonia Parigi), che Mozart compose nel 1778, all’età di ventidue anni, a mo’ di esordio nel mondo musicale parigino.

Questa sinfonia è orchestrata in tre movimenti: Allegro assai (4/4); Andante (3/4) e Allegro (2/2).

Il romanzo a sua volta può essere diviso in tre sezioni che corrispondono alle tre parti della forma della sonata: esposizione, sviluppo, ripresa. (Per chi voglia seguire una straordinaria quanto divertente lezione di spiegazione della forma sonata di Leonard Bernstein cliccare qui).

Si potrebbe dire che l’esposizione comprenda gli episodi ‘Telemaco’ e ‘Rocce vaganti’, in cui sono esposte le tematiche più di rilievo e appaiono i personaggi principali.

Mozart indicò il movimento d’apertura della sua sinfonia come “allegro assai”, cioè molto veloce e certamente questo è il ‘tempo’ d’apertura dell’Ulisse: i dieci capitoli sono relativamente brevi e il passo narrativo vivace.

Il secondo movimento della sinfonia mozartiana è indicato con “andante”, un tempo lento. Nell’Ulisse questa sezione corrisponderebbe agli episodi che cominciano con le ‘Sirene’ e terminano con ‘Circe’, il climax, l’epilogo di questa seconda parte dell’opera. Qui riappaiono tutte le tematiche e sono continuamente trasformate dalla magia di Circe.

Gli ultimi tre episodi dell’Ulisse, secondo questa analisi musicale, comprenderebbero la sezione di ricapitolazione della sonata e il movimento finale della sinfonia, che è indicato come “allegro”.

Trieste, Via Bramante

E ora un invito ad ascoltare la sinfonia n. 31 di Mozart, che viene qui proposta nell’esecuzione dei Wiener Philharmoniker sotto la direzione di Nikolaus Harnoncourt (per ascoltare cliccare qui), nell’esecuzione della Amsterdam Baroque Orchestra sotto la direzione di Ton Koopman (per ascoltare cliccare

qui) e infine anche in questa ulteriore versione (di cui s’ignorano gli esecutori) per chi è in grado di leggere o, quanto meno, di seguire la partitura (per ascoltare cliccare qui, qui e qui). Buon ascolto.