The rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars di David Bowie. Album in studio del 1972, etichetta RCA
Eccolo qua, è sceso tra noi reietti, un lampo viola…terra, terra! Huston, ripeto, c’è un alieno, c’è un alieno…mmmh…Ziggy è il suo nome, è proprio una splendida creatura. Imbraccia una chitarra elettrica, capelli color carota, una tuta luccicante. Porta stivali con tacchi vertiginosi. Che andamento. Sembra una giovane puttana. Anzi, no. Uno strano taddy boy. Ma forse le due cose messe insieme. Canta…canta…e suona. E’ una musica stellare. Canta e spacca la notte con la sua band. Ma sono dei ragni e vengono da Marte. C’è spettacolo la notte, orde di boys and girls si dirigono verso l’altare del suono, come in una cerimonia pagana, ragazzi cattivi e ragazze facili stanno tutti intorno a lui. E cadono le stelle come non mai. C’è della polverina nell’aria, siamo in viaggio. C’è elettricità..ehi ehi rock’n roll star. Facciamo sesso. Andiamo, andiamo. Facciamo Glamour, come on come on.
Voto 9. Note per il lettore: da ascoltare a tutto volume. Genere glam rock che ha aperto altre porte a molti.

Cocteau Twins. Treasure. Album in studio del 1984, etichetta 4 AD
Suoni onirici, magici, tenebrosi che sembrano provenire da mondi interiori. Ballate affascinanti, preziose come diamanti. Nomi che si perdono nella notte dei tempi, Ivo, Beatrix, Aloysius. Ecco Treasure, il capolavoro dei Cocteau Twins, il terzo album promosso dal gruppo scozzese, ispirati, come si può presumere, ad un romanzo di Gerard de Nerval, Aurelia, o alle Figle del fuoco, ultima opera del poeta. Qui troviamo i Cocteau Twins all’apice della forma, con le chitarre di Robin Guthrie, il basso del nuovo entrato Simon Raymond e la voce di Elisabeth Fraser che raggiungono il divino. I tre si esaltano in un vortice dove è bello perdersi, un Sali e scendi di suoni e voce che fa bene al cuore. Siamo nella metà degli anni ’80, anni di post punk, new wave, di ragazze e ragazzi nerovestiti. Le band nascono come funghi, alcune si perdono. Altre, come i Cocteau Twins ci prendono e ci stordiscono e quello della band scozzese è un rapirci in un sogno dove è bello non svegliarsi mai.
Voto 9. Note per il lettore: il nome Cocteau Twins fu scelto in onore di una canzone omonima del gruppo di conterranei Johnny and the self abuser che, in seguito, cambiarono il loro nome nel più conosciuto Simple Minds. La stessa canzone fu poi rinominata No Cure

L’immagine di copertina è presa da The Telegraph