Nato a Viterbo il 25 ottobre 1991, laureato in  lettere (Università della Tuscia) e appassionato di musica (jazz, prog, elettronica).

Quando una band valida incontra un illuminato genio del suono succede sempre qualcosa di unico. Questo è il caso del trio dei Section 25, band inglese di Blackpool, formatasi in un periodo dove il semplice punk stava nobilitandosi in variegate forme.
I Britannia Row Studios, edificio tanto caro ai Pink Floyd, sono il luogo dove nel 1981 si mixa in dieci giorni l’esordio prezioso di “Always Now”. La band, fortemente lusingata da Ian Curtis, produttore del singolo bomba “Girls Don’t Count”, incarna un originale sposalizio tra dark e post punk in un recipiente malinconico depresso. I componenti sono Larry Cassidy al basso e alla voce, Vincent Cassidy alla batteria e Paul Wiggin alla chitarra.
La Factory di Martin Hannet, insomma, ci vede lungo nel porre attenzione a questa nuova promettente realtà. Gli umori di “Always Now”, nonostante siano molti, riescono facilmente ad unirsi e a fondersi in unico messaggio. La mattanza iniziale di “Friendly Fires” e la danza drogata di “Dirty Disco” si pongono a metà strada tra i PIL più irruenti (guarda caso, mi viene in mente “Death Disco”) e il declamare anfetaminico di Orridge dei Throbbing.
Restando fedeli al concetto post punk, ovviamente è il basso l’elemento che spicca maggiormente, ma dalle successive “Loose Talks” (di pari passo al concetto di “Movement” dei New Order) e “Inside Out” (una jam industrial alla Cabaret Voltaire) si intravede la mano divina di Martin. “Melt Close” ed “Hit” sono altri due esempi di congelamento sonoro, pre slow core, litanie sconfortate, immobili, sorprendentemente molto simili al concetto di fluxus.
Sembra quasi non esserci emozione nelle sonorità sospese dello strumentale “Babies In The Barbo”, mentre un minimo di ritmo si ritrova nella pura punk wave di “Be Brave”. E a proposito di originalità, la traccia conclusiva “New Horizon” è introdotta da un synth gelido alla “Closer”, giusto per conferire un minimo di spaesamento, prima di lasciare spazio al solito annebbiato viaggio sbilenco.
Se si guarda il successivo lavoro “From The Hip”, del 1984, possiamo dire che i Section sono sempre stati supportati da produttori affidabili, vista la presenza di Bernard Sumner. In quel disco si dimostra un’ulteriore crescita, aumentando la presenza dei synth (come nel caso della celebre “Looking From A Hilltop”) e avvicinandosi sempre più agli stili dei New Order di “Power, Corruption & Lies”. Dopo questo album scompare l’avventura dei Section 25, una delle tante band post punk rinate grazie alle varie riedizioni degli album. Qui vale la pena metterci l’orecchio e la mente.

Always Now Book Cover Always Now
Selection 25
Post punk
1981