Diploma maturità classica – Laurea in Giurisprudenza in 3 sessioni e mezza – Pratica legale – Pallavolista di successo – Manager bancario e finanziario – Critico musicale dal 1977 – 6 mesi esperienza radio settore rock inglese ed americano – Studi continuativi di criminologia ed antropologia criminale – Lettore instancabile – Amante della letteratura noir e “gialla “ – Spietato con gli insignificanti. Fabio è venuto a mancare nel maggio del 2017. Ma noi abbiamo in archivio molte sue recensioni inedite che abbiamo deciso di pubblicare perché sono davvero parte della storia della critica musicale italiana

La cosa più veloce a sei zampe, dopo gli insetti, questi sono stati gli Husker Du da Minneapolis. Solo La Mahavishnu Orchestra di John Mc Laughlin è riuscita a suonare più veloce di loro, ma senza cantarci sopra. Ne I MONOLITI trovate la recensione del doppio capolavoro conclusivo della storia del gruppo, “Warehouse:songs and stories“, dove il rock era stato assimilato alla grandissima e, quindi, le composizioni avevano perso la rabbia, i tempi stretti ed il suono convulso di questo primo capolavoro della loro discografia “Zen Arcade“, uscito, sempre doppio, nel 1984. Uno dei doppi album più importanti di sempre. Nel 1984 loro erano già tra le colonne portanti del rock Usa, ma questo straordinario disco consolidò questa considerazione in tutta la critica e nel settore indie rock. Questo album ha definito, ma pure tumulato, ai massimi livelli, tutto il movimento hardcore punk. Le quattro facciate del disco originario sono quanto di più variegato, eversivo, innovativo, rivoluzionario potesse essere ascoltato in quell’inizio di Anni Ottanta. Bordate di rock violento ora rurale ora metropolitano sono alternate a splendidi episodi acustici, che parrebbero avulsi dal contesto generale, ma così non è. Bob Mould, una delle voci più importanti del rock a stelle e strisce ancora oggi, canta, ma, soprattutto, suona la chitarra come una folgore e non sto scherzando. Grant Hart compone con lui, canta e suona la batteria in modo ferino e selvaggio e Greg Norton, coi suoi indimenticabili mustacchi asburgici, suona il basso quasi fosse una chitarra, tenendo basso, all’altezza dell’inguine, molto tempo prima di Christ Novoselic dei Nirvana, che a loro devono moltissimo. “Reocurring dreams“, che chiude il disco, sono 14 minuti di rock virulento ed incontenibile che, a pensarli concepiti in quegli anni, ti si torcono le budella! “Pink turns to blue” , a volerne citare un’altra, merita da sola il prezzo del disco, per l’ansia magnifica nel cantato di Hart, per il “solo” assurdo e fuzz di Mould, chitarrista pazzesco, e per il tema sonoro che stende subito! E’ tutta grande musica volta a sancire il superamento stesso delle origini del trio, nelle 23 tracce dell’album, IL tema è quello legato alle difficoltà dell’adolescenza. Non tutto è hardcore, ma certe sbuffate di punk non si dimenticano (almeno sei titoli viaggiano in quella netta direzione) Spasmi tremendamente accelerati Persino smaglianti fok sonfg come “Never talking to you again” vengono a far parte di questa irrinunciabile raccolta, che, più di essere una lezione di musica, finisce con l’essere una vera ed autentica lezione di vita da parte di un trio che non avremo mai più, questa, purtroppo, è la certezza amara. Bob Mould, l’unico dei tre, anche perché il musicista più bravo e completo, sarà in grado di proseguire assai spesso quasi a questi livelli nella sua carriera solista, come il recente capolavoro “Silver Age” testimonia abbondantemente. Spesso ospite al Dave Lettermann show, Moukld continua ad essere un riferimento per il rock Usa anche oggi. HUSKER DU = LA VELOCITA’ DI DIRE LE COSE.

Zen Arcade Book Cover Zen Arcade
Husker Du
Rock
1984