Nato a Viterbo il 25 ottobre 1991, laureato in  lettere (Università della Tuscia) e appassionato di musica (jazz, prog, elettronica).

E meno male non si termina di parlare del caro Paz con la recensione di “Cannibale”, vista la presenza di tanti altri capolavori. C’è l’esordio illuminato di “Pentothal”, il famosissimo “Pertini” ma come non prendere in considerazione il liceale Massimo Zanardi?
Lui e gli amici Colas e Petrilli fanno la prima apparizione nel numero 5 di Frigidaire nel marzo del 1981 con “Giallo Scolastico”. Sempre sulla stessa rivista arrivano presto “Pacco”, “Notte Di Carnevale” e “Verde matematico”. Nel 1983, invece, giunge l’ultima opera di Paz per Frigidaire, ovvero “Zanardi l’Inestistente”, mentre l’anno successivo Zanardi compare ancora con “Lupi” nella rivista “Corto Maltese”.
Nel 1981 Paz ha ventiquattro anni e il suo talento innato si mostra già velocemente. La sua evoluzione artistica cresce di pari passo con i personaggi creati dalla mente e dalla mano. Zanardi è un ragazzo liceale completamente alienato, sovversivo, capace di sedurre magicamente sia con le parole che con gli sguardi. Con tutte queste caratteristiche gestisce perfettamente la sua vita, i suoi divertimenti, il suo tempo libero.
Il tema che Paz incentra nella figura di Zanna è il vuoto della sua mente, che viene riempito dalla presenza dei due amici, l’affascinante Colas e lo sfigato Petrilli. Zanardi, però, possiede un peso specifico da tutti gli altri ragazzi di Bologna, è la cosiddetta pecora nera, che vuole vivere e vincere da solo.
Tutto ciò che fa ha inevitabilmente un certo fascino. E’ un lupo travestito da uomo. Ricatta gli spacciatori che provano a prenderlo in giro rubandogli i soldi invece di dargli eroina, come l’Impiccato in “Pacco”. La noia, è la principale causa dei misfatti di Zanardi “il Male”.
Il mattone usato da Zanna per colpire l’Impiccato non viene disegnato da Paz, come se questo gesto fosse banale da rappresentare nel suo indecifrabile vuoto. La vignetta invisibile è quella che riesce a rappresentare nel migliore dei modi il suo carattere. Paz esce dalla cabina di regia, si siede insieme agli spettatori e ne condivide lo stupore.
Insomma, Zanardi è un calcolatore che riesce a colpire nel momento giusto apparendo sempre invulnerabile. Paz non si ritrae dalla gravità di colpire qualcuno con un mattone, ma dalla purezza dell’istinto. Altro episodio da menzionare è quando Zanna fa uccidere con un efferato piano la preside della scuola in “Giallo Scolastico”.
Questo personaggio sembra essere superiore da tutto il resto: dal sesso, dalla droga, dai frivoli divertimenti, dalle persone vuote. Lui è un maestro delle passioni e della libertà. Il suo zero assoluto crea un dislivello assurdo, soprattutto per Paz.
Verde Matematico” mostra la differenza di idee tra giovani e genitori, mentre “Notte Di Carnevale” evidenzia sia lo spirito goliardico che l’affetto tra Colas, Petrilli e Zanardi. Quando innescano un incendio nel collegio delle suore, non riescono ad essere impassibili davanti al rogo omicida. Petrilli, incredibilmente, si tuffa dentro e riesce a salvare miracolosamente una suora. Per lui però non c’è niente da fare, rimane intrappolato e carbonizzato. Anche qui si manifesta l’egoismo del gruppo, che urla e si dispera non tanto per mettere in salvo vive le suore, ma di poter riabbracciare il loro amico.
Il resto dei lavori, come “Cenerentola” e “La Prima Delle Tre”, simboleggiano a pieno la vita di eccessi di Zanna e dei suoi amici, sempre in conflitto con qualcuno e con la voglia di sballarsi. Il tratto inconfondibile di Paz è ovviamente sorprendente, sia nelle vignette a colori che in bianco e nero. Quello che mi piace maggiormente è il realismo delle figure, le espressioni di queste e sicuramente le frasi, mai scontate e pronte a far riflettere.
Zanardi è il prototipo del ribelle di fine anni Settanta, senza troppi ideali e incastonato in un periodo già illuso dai sogni di rivoluzione di qualche anno prima. E’ costretto ad essere cattivo. Solo in questo modo riesce ad affrontare e a sopportare la presenza di tanta gente inutile e a fare del bene a sè stessoVoi, però, non rimanete a leggere soltanto queste righe, andate a sbattere gli occhi su questa fase storica del fumetto italiano, che ha lasciato purtroppo pochi eredi.

Tutto Zanardi Book Cover Tutto Zanardi
Andrea Pazienza
Fumetti
Fandango
2013
256