Luca Morettini Paracucchi, nato il 24 febbraio 1988. Lucchese da tutta la vita, Viterbese da qualche tempo. Ho una passione molto forte per ciò che riguarda il cinema, la letteratura, la musica, il mondo dei fumetti e dell'arte in generale. Tra le mie passioni hanno un posto di rilievo il mondo del punk e certi aspetti della cultura cosidetta nerd. Scrivo da quando avevo otto anni, recentemente ho ripreso dopo un periodo di stop. Spero sia la volta buona

Ribelli all’angolo. I Clash a cinque

Di Luca Morettini

Di pari passo con l’arte prodotta da una band ciò che affascina ulteriormente è la biografia stessa, perlomeno tutte quelle che sfuggono alla routine che parte dalla fondazione e passa attraverso il binomio disco/tour. Non a tutte il destino offre eventi imperdibili, situazioni paradossali, mutazioni all’apparenza radicali ma dotate di una sua logica.

Perlomeno, io ho sempre trovato affascinante la biografia di un’artista o di una band e di esempi potrei farne parecchi: Gaber, che da semplice cantante/intrattenitore e uomo di spettacolo divertente e spensierato si trasformò nella cassa amplificatrice di un’Italia arrabbiata alla ricerca di una riflessione su mille temi differenti; l’allontanamento radicale di Jovanotti da quella figura tamarra e festaiola che fu nella sua prima fase di carriera alla fine degli anni’80. Ma la mia preferita rimarrà sempre quella dei Sex Pistols: un gruppo fatto di casini, gesti plateali e una quindicina di canzoni in repertorio. Eppure sulla loro parabola e sulle loro figure si sono scritti fiumi e fiumi d’inchiostro, tutto questo di fronte ad un’attività musicale (escludendo le reunion) di poco più di due anni scarsi. Una miseria.

Edito da Arcana, il libro di Jacopo Ghilardotti Ribelli all’angolo: una storia dei Clash a cinque parla proprio di questo, di una mutazione all’interno della storia di uno dei gruppi rock più importanti di sempre. Ma c’è qualcosa di più da tenere in conto e questo qualcosa sta proprio nella specifica “a cinque”: è una parte di storia ostica, spesso ignorata, ancor più spesso bistrattata.

Ribelli all’angolo non è infatti un libro su Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Topper Headon, ovvero quella formazione dei Clash per cui valse la nomea “l’unico gruppo che conta.” È un libro su Joe Strummer e Paul Simonon che dal 1983 al 1985 condivisero quella sigla con tre giovani ragazzi a fare le veci degli allontanati Headon e Jones (il primo per la sua tossicodipendenza, il secondo per feroci contrasti di vedute) e che rispondevano ai nomi di Pete Howard (batteria), Vince White e Nick Sheppard (chitarre).

Critici, fans e amanti del rock sanno bene come etichettare questo periodo: declino, canto del cigno, un progetto nato senza nessuna direzione e alcun tipo di futuro che nell’immensa storia totale della band viene sempre liquidato con poche e sbrigative righe. L’unico album realizzato da questa formazione Cut The Crap, lo si trova immancabilmente in mezzo a qualsiasi classifica dal sapore negativo. Un album disconosciuto da Strummer (che non seppe della sua esistenza finché non lo vide in vendita nei negozi di dischi) fatto di demo agghindati alla bene e meglio ad opera del manager della band Bernie Rhodes, al culmine del suo delirio creativo già manifestato in diverse altre occasioni.

Prima di essere uno scrittore e un libraio di Milano, Ghilardotti è soprattutto un fan dei Clash. E della categoria più bella, di quelli che sanno comunicare la loro passione senza essere mai invadenti, prolissi o boriosi. E la scrittura di Ribelli all’angolo trasuda questa passione e la voglia di comunicare. Attraversa i suoi ricordi dei live del 1984, esamina eventi, il prima e il dopo, riporta recensioni, fornisce il suo punto di vista, racconta qual è stato il futuro di ogni singolo componente, coinvolge altre persone nel ruolo di fan intervistandole e scambiandosi parere, recensisce le canzoni del disco e quelle inedite suonate solo nei concerti, ma soprattutto regala al mondo un volume che fa leva sulla curiosità di sapere come sono andate le cose e colma una lacuna lunga quasi 35 anni. Il piglio che trasuda nella lettura del libro non può far altro che coinvolgere perché la musica diventa una cosa seria, l’arte diventa una cosa seria e s’intreccia con la vita rendendo impossibile scindere le due cose. Ci si batte per le ingiustizie e le miserie del mondo? Benissimo, così come ci si batte e si vuol rendere giustizia ad un pezzo di storia della nostra band preferita.

Ribelli all’angolo è il racconto del “lato oscuro” della storia dei Clash, un volume unico nel suo genere e un atto d’amore che si lascia leggere tutto d’un fiato, coinvolgente e sostenuto da una prosa ispirata.

Una storia che merita di essere riscoperta o, più semplicemente, accettata. E perché no, anche apprezzata se si vuole.

Ribelli all'angolo Book Cover Ribelli all'angolo
Jacopo Ghilardotti
Musica
Arcana
2019
251 p., ill, brossura