Insegnante di educazione fisica con la passione dei libri per l’infanzia. Dopo un corso di lettura ad alta voce, tenuto da Federica Molteni, ha collaborato con la Biblioteca comunale con laboratori di lettura animata. Ha creato nel 2010 un gruppo di teatro amatoriale occupandosi di sceneggiatura e regia di spettacoli per bambini. La passione successiva per aforismi e poesie ha portato alla sperimentazione di altri contenuti. Al suo primo concorso nazionale di aforismi “ Perle Quotidiane 2018” si è classificata al secondo posto. Le ultime collaborazioni sono state con L’antenna europea del Romanico per iniziative culturali varie : “ Echi di antiche leggende” spettacolo teatrale sul recupero delle leggende delle valli bergamasche, ha riscontrato un ottimo successo di pubblico. Il suo primo libro, concepito come doppio, doppia copertina e titolo, per lettori adulti e bambini : Streghe stringhe, Bellezza in quasi.

Di Veronica Pellegrini

Penso ai termini che Di Poce utilizza spesso, uno di questi, che mi ha sempre colpito, è “ tracimare” . Un’azione forte, di superamento

“ L’altro dire” è proprio questo : superamento. Dei limiti personali, delle convenzioni, del dolore, della perdita della capacità di sognare che accompagna spesso l’uomo di oggi; è desiderio di parole che sappiano scolpire là dove il marmo dell’emozione è ancora informe.

“ Inchiostro”, “ silenzio” … si trovano anch’essi spesso tra le sue righe. Due termini legati l’uno all’altro; l’inchiostro è un mezzo per esplorare il silenzio, il silenzio che è un altro dire. L’inchiostro copre, macchia, inquina ma dà pure forma al pensiero, ne lascia traccia.

Le poesie di questo autore non sono statiche, sono sempre in attività : scavano, cercano, seminano, osservano tra pietre, pieghe, trucioli, ruggine, dove pochi si avventurano… a volte rallentano ed allora c’è il tempo perché qualche ricordo bussi nella gabbia toracica tenendo per mano un velo di nostalgia, un lembo di disillusione. Perché così è l’esistenza. Fatta pure di invisibile, intangibile, anzi, soprattutto.

“ Lettera ai giovani poeti “ e “ Nelle mani di un padre … “ toccano nel profondo, “ Il respiro del mondo”

è una dichiarazione d’amore di ’umiltà, “ Aprimi un varco” è volontà di rimanere, rimanere in vita, sempre, nonostante.

Con L’Altro dire,  Di Poce ci dice che lui c’è, e noi anche. Esserci, mai essere replicanti nella vita, ma sentirla in ogni sua sfumatura.

Lettera ai giovani poeti

Quando tutto vi sembra buio intorno a voi non disperate, quando nessuno vi legge, vi segue o non vi pubblica non disperate, continuate a diventare voi stessi ad attingere acqua dal pozzo di sangue, visioni e lacrime che avete dentro, verrà il giorno della grazia e della redenzione.

Voi forse non ve ne accorgerete nemmeno ma il mondo poco a poco vi somiglierà. Studiate i Grandi         ( Rilke , Pessoa, Artaud, Penna Pasolini, Ungaretti, etc..) leggete i contemporanei e ascoltate il silenzio ed interessatevi a tutto. Studiate Zambrano, abbeveratevi alle poetiche di Bachelard, ridete con Flaiano e Lec, studiate l’estetica e la fotografia, immergetevi nell’arte e nella vita, ma soprattutto ricordatevi sempre di scrivere l’essenziale e cancellare il superfluo.

Avrete forza ed energia da vendere, sarete invidiati e copiati, amati in silenzio e ripudiati dai mediocri e questo significa che state facendo la cosa giusta. Verranno i giorni del silenzio e del panico da pagina bianca, i giorni dell’ossessione e della scrittura automatica, i giorni in cui scaverete nella tomba del vostro Io e i giorni in cui scruterete gli orizzonti altrui e vi trasformerete permanentemente e vi moltiplicherete, sarete veggenti e filosofi, amanuensi del verbo e sciamani delle visioni e piano piano imparerete ad amare il mondo anche se non riamati. Io l’ho fatto e sono diventato un uomo migliore che ascolta ogni giorno il vento della bellezza e della poesia.

NELLE MANI DI UN PADRE…

Quando ti accarezzano le mani di un padre

Fiumi di silenzi e di parole non dette

Tracimano dal cuore ferito

E allagano le terre del vuoto futuro

E l’assenza banchetta tra le lacrime

Mischiate ai sorrisi di grazia

Che aspettano tra le rovine del mondo.

Nella mani di un padre

Scorre la vita futura di un figlio

Murato dal dolore.

IL RESPIRO DEL MONDO

E’ una vita che faccio una cosa sola

Rendere visibili le persone”invisibili”

L’Arte, le Donne, i Clandestini, i Disoccupati,

Ed è il solo modo che conosco

Per fare qualcosa di umano.

Ho imparato che la Poesia non siamo noi

Ma le cose che facciamo per gli altri.

Ho imparato che l’Arte è sterile

Se non smuove le coscienze.

Il nostro respiro di vita muore

Se non respiriamo il respiro del mondo

Se non ascoltiamo la bellezza

Di un altro respiro invisibile.

L'altro dire Book Cover L'altro dire
Donato Di Poce
Poesia
Helicon
2020
94 p., brossura