Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

Moresnet, il luogo che non c’era

Di Geraldine Meyer

Terra di nessuno, di Philip Droge e pubblicato da Keller Editore è un libro che ci invita a riflettere sul concetto di storia piccola e storia grande. Inducendo il benefico dubbio che non vi sia differenza alcuna tra le due. La storia è storia e il suo puzzle, complesso e spesso difficile da costruire è composto da pezzi di eguale importanza. E lo si capisce alla fine, quando ci si alza dal tavolo e si guarda, dall’alto, il disegno complessivo.

Terra di nessuno è la storia di un luogo che, nella fredda e spesso ottusa logica della cartografia degli stati, non avrebbe dovuto esistere. Moresnet, territorio tra Germania, Belgio e Paesi Bassi ha la sua ragion d’essere in una dimenticanza. Una di quelle che talvolta costellano le decisioni delle diplomazie quando si tratta di disegnare i confini su una cartina geografica. Siamo nel 1815 e il Congresso di Vienna si è appena concluso, con spartizioni e annessioni. I rappresentanti degli stati però si dimenticano, appunto di quel luogo. Che grazie ad un accordo, che avrebbe dovuto essere provvisorio, tra Prussia e Paesi Bassi, (che pur rivendicandola non riescono a trovare un’intesa) resta neutrale per oltre cent’anni.

Moresnet neutrale, questo il suo nome, diventa una sorta di fenomeno, di anomalia, di vitale terra di nessuno grazie, all’inizio, ad una miniera di zinco, sempre al centro di contese, giochi ed equilibri di potere. Ma Moresnet diventa quasi un laboratorio, eccentrico e vivace, di prosperità economica, di diritto, in fondo di libertà.

In un’Europa a cavallo tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 a Moresnet si assiste a tentativi di riconoscimento attraverso dispute filateliche ma anche a contrabbando e ricchezza portata dal gioco d’azzardo nell’albergo della capitale in cui uomini e donne cominciano ad arrivare da tutto il mondo. Per molti Moresnet è un sogno nel sogno, quello della libertà dentro uno stato che esiste e non esiste nello stesso tempo. Niente tasse, alcol a basso prezzo, il territorio diventa un crocevia per tante persone. Una sorta di utopia che, ad un certo punto, diventa anche un avanguardistico esperimento linguistico con il tentativo di far diventare questo fazzoletto di terra il fulcro geografico dell’esperanto.

Ma un luogo del genere non poteva certo restare così, fuori dalle regole e dagli appetiti infantili degli stati che hanno bisogno di misurare i loro possedimenti tracciando linee, disegnando confini, stabilendo frontiere. Moresnet si trova così, suo malgrado, in mezzo ai venti della I Guerra Mondiale, tra dispetti grandi e piccoli e rivendicazioni. Belgio, Prussia, Germania, Paesi Bassi, nel fuoco degli anni del conflitto sembrano ricordarsi di quel fazzoletto per poi dimenticarsene di nuovo e ricordarsene ancora dopo la fine del conflitto. Con una Germania umiliata, un Belgio con manie di grandezza e la vita degli abitanti di Moresnet in bilico sui giochi della diplomazia.

Terra di nessuno è un libro davvero prezioso in cui il racconto, la storia, il viaggio e il reportage si mescolano colti e leggeri al contempo. Un quadro in cui la politica, la storia sociale e il costume ci vengono restituiti con rigore filologico sostenuto da una scrittura accattivante e a tratti persino divertente. Eppure leggendo questo libro si riesce anche a commuoversi. Pensando a come e quanto l’ingordigia degli stati passi sopra la storia dei singoli per disegnare loro attorno un ordito fatto di marcature del territorio. Anche quando si tratta di voler ossessivamente prendere possesso di un territorio di 3,4 chilometri quadrati che però ha un tesoro sotto la sua terra. Moresnet neutrale, del resto, nasce e muore con la sua miniera.

Terra di nessuno Book Cover Terra di nessuno
Philip Droge. Trad. di Andrea Costa
Storia
Keller Editore
2020
265 p.,