Intriso da sempre di musica, avendo trascorso l’infanzia (ahimè, inutilmente!) al fianco del padre che accompagnava al piano la madre cantante, al pari d’un novello Ambroise Bierce, lo scrittore topografo della Guerra di secessione americana, come archeologo ha rilevato (tacheometro, “dritta quella dannata stadia!” e logaritmi vari) mezza Africa Orientale, il Medio Oriente e il Centro America. Tra una stagione concertistica e l’altra organizzata come impresario (essendo sempre stato cacciato dai cori in cui cercava ostinatamente d’intrufolarsi), infine è approdato alla traduzione letteraria dei classici anglo-americani... sembrerebbe con risultati migliori che come baritono. Pare. Quello che invece è sicuro è che è davvero Il Cappellaio Matto.

XIV puntata nella musica in Joyce

De Il Cappellaio Matto

9. Scilla e Cariddi

L’episodio dal titolo “Scilla e Cariddi”, che rappresenta una sorta di pausa all’interno del romanzo poiché non ha alcun rapporto con quanto precede e con quanto segue, si svolge presso la Biblioteca Nazionale di Dublino, dove troviamo Stephen impegnato in un’animata discussione letteraria con diverse persone, discussione incentrata principalmente su Shakespeare e su una sua teoria relativa alla figura del padre di Amleto, che probabilmente Shakespeare modellò su se stesso. Nella Biblioteca s’intravede anche Bloom, che rimane in disparte rispetto agli altri mentre copia l’annuncio pubblicitario per la ditta Keyes.

Biblioteca Trinity College Dublino

E subito troviamo la prima citazione musicale: The absentminded beggar, che richiama il poema di Kipling messo in musica da Arthur Sullivan, e a cui si fa riferimento più volte nell’Ulisse, citato qui in riferimento al rapporto tra Stephen e Bloom (cliccare QUI e, come curiosità, si veda anche QUI Rudyard Kipling in carne e ossa che tiene un discorso sulla scrittura e la verità).

La citazione musicale successiva si riferisce a una canzone di Samuel Lover, The Girl I Left Behind Me, sulla triste separazione dall’amata, come risulta implicito nel titolo, e che divenne una famosissima canzone durante la Guerra civile americana (cliccare https://www.youtube.com/watch?v=KE9LRvJaNxI).

Dopo alcune pagine, Stephen prende a riflettere su Shakespeare e la moglie Ann Hathaway, molto più anziana di lui, e allude alla canzone irlandese relativa al decadere dell’avvenenza della donna, riferendosi alla canzone di Thomas Moore, Silent, O’Moyle (cliccare QUI) e al Salmo 42 di Nahum Tate e Nicholas Brady (cliccare QUI), Fair Maid’s Beauty Will Soon Fade Away.

Rudyard Kipling

Altri riferimenti musicali presenti qui, e che risuonano nella mente di Stephen, riguardano prima un’ulteriore nursery rhyme, How many miles to Babylon? (cliccare QUI), quindi alcune canzoni elisabettiane (cliccare QUI).

La discussione si conclude con Stephen che parla di don José che uccide Carmen, riferendosi all’opera Carmen di Bizet, nella cui scena finale don José per l’appunto uccide la protagonista (cliccare QUI, interpreti Elina Garanca, Roberto Alagna).

Elina Garanca as Carmen and Roberto Alagna as Don JosŽ in BizetÕs ÒCarmen.Ó Photo: Ken Howard/Metropolitan Opera Taken at the Metropolitan Opera during the dress rehearsal on December 28, 2009.

Dopo un’ulteriore citazione a una vecchia canzone dal significato dichiaratamente razzista, Old Uncle Ned (cliccare QUI), l’episodio termina con Stephen e Mulligan, i quali, al termine della dissertazione, lasciano la biblioteca per recarsi in un pub. Sarà Mulligan a concludere in musica, dal momento che si mette a canticchiare «John Eglinton, my jo, John. / Why won’t you wed a wife?» che si riferisce chiaramente alla canzone di Robert Burns John Anderson, My Jo, con il solo scopo di deridere Eglinton, uno dei letterati presenti alla discussione (cliccare QUI).

Con lo stesso tono e la stessa funzione, sarà subito dopo pronunciata la frase «O, the chinless Chinaman!», che si riferisce a Chin Chin Chinaman, (cliccare QUI), canzone all’epoca molto conosciuta tratta dall’opera The Geisha, di Sydney Jones, anch’essa volta a gettare calunnie sulla figura di Eglinton e significativamente pronunciata da Mulligan, che anche in questa occasione ha modo di mettere in luce il proprio atteggiamento canzonatorio.