Paolo Giovannetti, vive a Mestre e ama scrivere racconti

Situazione di necessità

Di Paolo Giovannetti

«Permette, signora che l’aiuti?» La borsa della spesa si era aperta e le arance si erano sparse all’ingresso del supermercato. Del viso, coperto quasi tutto dalla mascherina rosa, si vedevano solo gli occhi, bruni, profondi, ciglia lunghe. Lui li aveva subito notati. Il resto: capelli castani raccolti dietro la nuca, un fisico slanciato e ben proporzionato, sottolineato da leggins neri e girocollo bianca stretta in vita.

Gino quasi ogni giorno andava a far spese in quel supermercato in centro. Indossava una mascherina verde e giubbotto blu e nonostante i capelli brizzolati aveva un aspetto ancora giovanile. Sul modulo che portava sempre con sé da quando era scoppiata quella epidemia c’era scritto “situazione di necessità”. «Grazie, molto gentile, ma resti a distanza di sicurezza, non si sa mai con questo maledetto virus.» Lei si era piegata per raccogliere le arance ma poi subito ritratta, e mentre parlava si intuiva che sorrideva sotto la mascherina. Certo che si stava vivendo male, sempre con l’ansia di potersi infettare e di rischiare una polmonite fulminante, il distanziamento fisico era l’unica difesa come continuamente ripetevano i media tutti i giorni. «Certamente, ha ragione bisogna stare attenti, però rimane una bella seccatura. Pensi che l’altro giorno ho incontrato un vecchio amico e l’ho riconosciuto a stento dalla voce.» Gino aveva finito di raccogliere e aveva lasciato la borsa per terra vicino alla proprietaria. «Anche a me è successa la stessa cosa e pensare che fino a poco tempo fa, in certi posti era proibito entrare con il viso coperto per motivi di sicurezza, ora invece è obbligatorio nascondere la faccia, il mondo cambia in fretta!»

Lei aveva preso la borsa, si era alzata e stava per avviarsi un po’ incerta, quando lui le chiese: «Abita, lontano da qui?» lei girò gli occhi bruni e sistemandosi la mascherina: «Non molto, passata la piazza qui vicino.» «Abito anch’io nei paraggi ma non l’avevo mai vista, sarà perché prima di questa pestilenza andavo a far spese più lontano. Ora invece bisogna fare tutto in fretta, senza allontanarsi troppo… vuole che l’accompagni per un pezzo? Sempre a distanza di sicurezza s’intende!»

Gino cominciava ad avere qualche dubbio sull’identità della sconosciuta, la sua voce, sebbene modificata dal dispositivo di protezione individuale, gli ricordava qualcuno. Le donne possono cambiare look e acconciatura… «Va bene Gino, ti ho riconosciuto quasi subito, anche se ne è passato del tempo. Io sono Ada la tua prima fiamma, certo un po’ cambiata, mi sono scurita i capelli e ho qualche chilo in meno, ci siamo persi di vista esattamente vent’anni fa, mi sono sposata e poi separata, sai cose che capitano…»

Lui ebbe l’istinto di avvicinarsi troppo ma poi si trattenne: «Sul serio, Ada!, sai stavo anch’io per riconoscerti, certo ne è passato del tempo, anch’io mi sono sposato, ma poi ho perso mia moglie in un incidente e sono rimasto solo, nessun figlio.» La guardia all’ingresso del supermercato li stava osservando, forse erano troppo vicini. «Anch’io sono sola adesso e i miei vivono in un altro comune, impossibile vederli ora.» Poi entrambi si avviarono nella stessa direzione, attraversarono la piazza deserta con il selciato ancora umido di disinfettante, rimanendo a più di un metro di distanza.

In copertina Edward Hopper