Intriso da sempre di musica, avendo trascorso l’infanzia (ahimè, inutilmente!) al fianco del padre che accompagnava al piano la madre cantante, al pari d’un novello Ambroise Bierce, lo scrittore topografo della Guerra di secessione americana, come archeologo ha rilevato (tacheometro, “dritta quella dannata stadia!” e logaritmi vari) mezza Africa Orientale, il Medio Oriente e il Centro America. Tra una stagione concertistica e l’altra organizzata come impresario (essendo sempre stato cacciato dai cori in cui cercava ostinatamente d’intrufolarsi), infine è approdato alla traduzione letteraria dei classici anglo-americani... sembrerebbe con risultati migliori che come baritono. Pare. Quello che invece è sicuro è che è davvero Il Cappellaio Matto.

Il Cappellaio Matto inizia oggi la nuova rubrica intitolata après Vivaldi La Folia. Perché questo titolo? Cliccare QUI.

Che vuol dire “distanza sociale”, ahimè, nell’ambito della pratica musicale, che, se si vuole, è tra le attività più sociali che ci siano? Dunque, il Cappellaio Matto poteva far passare sotto silenzio quanto stanno tentando in vario modo di fare a distanza diversi ensemble musicali sia vocali che orchestrali in tempi di Corona Virus alias Mr Covid 19? L’esperienza, tra l’altro, in qualche modo riguarda da vicino anche la nostra rivista «L’Ottavo», poiché in fondo, un ensemble musicale (sinfonico, cameristico o corale che sia), non è pur sempre la plastica metafora di una redazione sotto la bacchetta di una direzione? Dunque, la cosa ci riguarda da vicino, per cui a questo proposito vediamo un po’ cosa accade in giro per il mondo per opera d’irriducibili esecutori che pur rispettando le regole non s’arrendono alla logica dell’isolamento.

Iniziamo dunque da un ensemble olandese, i cui elementi provano insieme ciascuno da casa propria l’ultimo movimento della Sinfonia n. IX di Beethoven. E si tratta niente po’ po’ di meno che di professori della Rotterdam Philharmonic Orchestra! Cliccare QUI. Orchestra che possiamo invece ascoltare e vedere in tutta la propria fisica compresenza: QUI.

Ma abbiamo parlato anche di ensemble vocali. Ascoltiamo dunque l’Acapella Choir, un coro da camera, che si è comunque esibito nonostante il concerto in programma fosse stato cancellato a causa di Mr Covid 19, nella bellissima Over the Rainbow, la famosa canzone scritta da Harold Arlen su un testo di E. Y. Harburg per il film Il Mago di Oz del 1939. Per ascoltare cliccare QUI. Ma tanto vale ascoltare la canzone anche nella versione originale del film: cliccare QUI.

Un’altra orchestra che sfida il confinamento e l’Orchestre National de Lyon con l’esecuzione a distanza di uno dei temi più noti tratti dall’Arlésienne di George Bizet: cliccare QUI. Orchestra che possiamo ammirare les coulisses d’un concert, ovvero dietro le quinte d’un concerto: QUI, e in tutta la propria compresenza fisica nell’esecuzione dell’ouverture di Le Roy d’Ys di Lalo QUI.

Ancora un’altra orchestra: l’Orchestre National de France che a distanza interpreta Le Boléro di Ravel: QUI. E mentre interpreta in compresenza, com’è naturale che sia, Printemps di Debussy: QUI.

Ma vediamo anche un altro coro, e cioè l’International Opera Choir di Roma con il “Va’ pensiero” dal Nabucco di Verdi: QUI. Perché, come il coro stesso scrive: «Il mondo del Teatro e della Musica accusa il colpo e musicisti, cantanti, direttori, ecc. pagano un prezzo enorme poiché impossibilitati a lavorare e obbligati ad annullare esibizioni ed attività concertistiche, danno economico e morale inquantificabile». L’International Opera Choir – Coro Internazionale Lirico Sinfonico ha perciò «aperto le porte della nostra sala prove virtuale che ognuno di noi “raggiunge” con i mezzi a disposizione, muniti di smartphone e voce, per sentirci e sentirvi vicini attraverso la Musica. E se è vero che il “Coro di schiavi ebrei”, comunemente chiamato “Va’ pensiero”, nell’ottica di Verdi è specchio delle vessazioni subite dagli italiani prima dell’unificazione, oggi ci sentiamo un po’ quel popolo incatenato che rimpiange la “patria perduta” e la libertà di vivere il quotidiano come è abituato a fare. Il “Va pensiero” è parte della nostra storia, tutti possono intonarne i primi versi e le parole tornano automaticamente alla memoria ». Coro che davvero vale la pena seguire nella propria pagina Facebook QUI.

Quindi i Cori Lavinium e SingUp! entrambi di Roma uniti virtualmente per cantare insieme Hallelujah di Leonard Cohen: QUI. Per conoscere meglio il Coro Lavinium, invece, cliccare QUI.

Canzone interpretata a distanza anche dal Choir Roedean School nel Sussex, in Inghilterra: QUI. E qui il coro in tutta la propria “potenza” espressiva fisica: QUI.

Ma visto che ci siamo, vale anche la pena d’ascoltare la canzone dalla stessa voce di Leonard Cohen: cliccare QUI.

Al termine di questa breve rassegna suggerita giusto per dare un’idea dell’irriducibilità dei musicisti, ecco la Civic Orchestra of Chicago con il proprio 100Anniversary Virtual Concert, visto che il concerto celebrativo del centenario del 29 marzo è stato cancellato, con la Quinta Sinfonia di Čajkovskij QUI (e QUI per conoscere meglio l’orchestra nel suo assetto normale), e l’Orchestra del Teatro Nazionale Serbo in Bella ciao (QUI).

Ma non possiamo non concludere “quarantine performance” con l’irresistibile e travolgente Yes We CAN-CAN! eseguito dall’Orchestra Senzaspine di Bologna che merita d’esser vista e ascoltata per intero QUI. Orchestra che altroché se vale la pena d’essere seguita dal vivo, come si può ascoltare QUI.

PS. Abbiamo fatto un accenno alla bacchetta del direttore… Per quanto ci riguarda personalmente, per illustrare al meglio la delicata soavità della bacchetta della direzione cui tutti noi ci inchiniamo, non possiamo che fare riferimento all’aerea, oseremmo dire estenuata, soavità del grande Toscanini, per cui, prego, cliccare QUI.