Anita Mancia, nata a Roma, ha lavorato 20 anni presso l'Istituto Storico della Compagnia di Gesù come assistente bibliotecaria ed Archivista. Ha collaborato con la rivista storica dell'Istituto con articoli sulla Ratio Studiorum, la pedagogia dei gesuiti, i gesuiti presi prigionieri dai pirati e recensioni. Presso l'editore Campanotto di Udine nel 2007 ha pubblicato un volumetto di poesie.

Missio Antiqua. Padre Giacinto da Vetralla di Barbara Turchetta, è un volume importante e di sicuro interesse. Esso, infatti, ci restituisce alcune delle tappe più fondanti della complessa relazione tra missionari cattolici e Regno del Congo durante il XVI secolo. E ci restituisce ciò attraverso quella che fu l’opera linguistica ma anche etnografica di Padre Giacinto da Vetralla che fu Prefetto della Sacra Congrgazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Propaganda Fide). Tale Congregazione fu presente nel Regno del Congo nella metà del secolo in questione. Nel volume, e precisamente nel IV capitolo, troviamo la prima (e per esteso) edizione italiana della grammatica kikongo, tradotta dall’originale latino. Di cosa si tratta? Della prima descrizione grammaticale di una lingua africana. Tale traduzione fu pubblicata da Padre Giacinto, a Roma nel 1659. Si tratta di un lavoro che si diffuse, con enorme successo, fino a tutta la metà del XIX secolo. Soprattutto perché in esso, l’autore dimostra di avere una capacità di descrizione notevolissima. Capacità che lo sostiene anche nelle parti meno riuscite, linguisticamente parlando; parti che sono quelle in cui, forse, la grammatica latina presa come riferimento, lo inducono a commettere alcuni errori interpretativi di alcune categorie linguistiche.

Quello che più della Turchetta è la sua capacità di fare sintesi e divulgazione scientifica davvero straordinarie senza scadere in sciatteria, per esempio, nella citazione delle fonti, che è sempre corretta. Giacinto da Vetralla è l’asse intorno al quale ruota la ricostruzione della storia dei Cappuccini in Congo e Angola. E Congo e Angola sono trattate dall’angolazione di Padre Giacinto.
Anche l’introduzione di Marco Mancini è pregevole nel suo prendere in considerazione i punti essenziali della trattazione della Turchetta, con un riferimento al Catálogo di Hervás y Panduro e a Humboldt per la etnolinguistica. Turchetta fa bene a ricordare il catechismo in quattro lingue del 1650 del quale la versione portoghese fu scritta dai gesuiti Marco Jorge e Matteo Cardoso secondo la kikongo, documento che mostrava l’importanza di conoscere le lingue locali facendo riferimento ad altre note (portoghese, latino e italiano), cfr. p 51.
Molto pregevole anche la descrizione delle relazioni con la Propaganda Fide che occupano il capitolo 2. Senza questo paragrafo, (cap. 2, par 2.1 pp. 54-57) non si potrebbero capire l’opera e le relazioni di Padre Giacinto, quindi tra Propaganda e l’Ordine. Quindi bene ha fatto a metterlo, per rendere maggiormente comprensibile il tutto.

Molto apprezzabile anche che il testo tradotto della grammatica kikongo (pp. 85-136) oltre ad essere stato ben reso in italiano non sia stato appesantito di note, perchè lo studio in oggetto è scientifico divulgativo e tale impostazione ne rende più facile la lettura anche ai non specialisti. Le note sono sufficienti a capire quanto basta i punti di forza e i punti deboli, soprattutto l’analisi dei verbi, della grammatica, intelligibili ai più, senza perdere di scientificità. Quello che qui importa capire è che senza una grammatica, ovvero senza regole, si sarebbe affidata l’evangelizzazione, in particolare la confessione dei peccati, a degli interpreti locali, snaturando il significato della missione.
Importante all’interno delle regole grammaticali è il rilievo dato ai numeri che servono nella vita pratica a far di conto.

Quello che manca a questo lavoro è una breve analisi delle ragioni per le quali alcuni studiosi – fra essi de Dieu Nsondé -non credessero che il padre Giacinto si fosse recato in Angola, e l’assenza di un indice. Anche se l’opera è breve, un indice avrebbe dato al lettore la possibilità di trovare i nomi più facilmente. Comunque l’autrice ha saputo dominare la materia fino ad includere un breve capitolo dedicato alla Missio Nova.

Missio Antiqua. Padre Giacomo da Vetralla missionario in Angole e Congo Book Cover Missio Antiqua. Padre Giacomo da Vetralla missionario in Angole e Congo
Barbara Turchetta
Storia
Sette Città
2007
142