Laura Vargiu è nata a Iglesias, nel sud della Sardegna. Laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Cagliari con una tesi in Storia e istituzioni del mondo musulmano, è presente con poesie e racconti in diverse raccolte antologiche nazionali. Vincitrice del Premio Letterario “La Mole” di Torino nel 2013 e autrice di alcune pubblicazioni di poesia e prosa, tra cui “Il cane Comunista e altri racconti” (L'ArgoLibro Editore), fa parte della redazione della rivista di poesia e critica letteraria “Nuova Euterpe” e della giuria di alcuni concorsi letterari.

Un classico per ragazzi ormai dimenticato: Ciuffettino di Yambo

Di Laura Vargiu

Sedetevi intorno a me, figliuoli miei, e state ad ascoltare la veridica storia di Ciuffettino: quel ragazzo così celebre che nessuno di voi, ci scommetto, l’avrà mai sentito neanche nominare.

E perciò, mi par già di udire la domanda: — Ciuffettino! toh! o chi era, Ciuffettino? […]”

            Sono ancora in tanti, oggi, anche tra i meno giovani, a non avere mai sentito non solo la storia, ma nemmeno il nome di Ciuffettino, così come si è purtroppo conservata ben poca memoria di quella voce narrante che invitava all’ascolto il suo pubblico di lettori. Alla maniera del don Abbondio manzoniano, pertanto, ci si chiederà chi fossero entrambi, se all’oscuro di questo incipit con il quale prende avvio un romanzo per ragazzi firmato e illustrato da una tra le penne italiane più geniali del secolo scorso.

Era il 1902 quando Yambo, nome d’arte del toscano Enrico de’ Conti Novelli da Bertinoro o, più semplicemente, Enrico Novelli (1874-1943), diede alle stampe le avventure del suo Ciuffettino. A quella prima edizione, per i tipi della casa editrice romana Calzone-Villa, ne sarebbero seguite altre nel corso del tempo, a conferma del grande successo dell’opera.

Yambo (Enrico Novelli)

Scrittore, giornalista, illustratore e fumettista, Enrico Novelli, figlio di Ermete, famoso attore di teatro e del cinema muto, fu un prolifico e poliedrico autore vissuto tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del secolo successivo. Con il misterioso pseudonimo di Yambo, conobbe una assai intensa attività artistica; fu lui a illustrare, nel 1900, la prima edizione italiana de Le avventure di Gordon Pym di E. A. Poe e una, cinque anni più tardi, de I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift. La sua ricca nota biobibliografica è piena di sorprese al punto da chiedersi come mai un tale personaggio possa essere finito nel dimenticatoio generale del nostro Paese. Yambo fu attivo addirittura anche nel campo cinematografico del suo tempo, in veste di regista e persino di attore, divenendo un precursore del genere fantascientifico. Al pari del protagonista del suo cortometraggio muto Un matrimonio interplanetario, del 1910, Novelli scrutava con passione il grande mistero del cielo; peccato che dal cielo, dopo tanto sognare, per lui giunse la morte insieme agli aerei delle forze alleate e nel ’43, quando si trovava a Firenze, un attacco di cuore gli fu purtroppo fatale. E così la guerra, in un certo qual modo, se lo portò via, facendo pian piano calare un vorace silenzio sulla sua figura artistica, nonostante le riedizioni e la ripresa delle sue opere nel periodo successivo.

Nel romanzo La misteriosa fiamma della regina Loana di Umberto Eco (Bompiani, 2004), il nome di Yambo riemerge dalla nebbia del tempo, sebbene al lettore che non conosca la vicenda interrotta sotto i bombardamenti di tanti decenni fa esso rischi di dire poco.

            Ma Ciuffettino, dunque, chi era?

“[…] Oh! bella! Ciuffettino era Ciuffettino.[…]”

Illustrazione di Yambo, tratta da una delle edizioni di Ciuffettino

Tra i personaggi più riusciti e conosciuti di Enrico Novelli, Ciuffettino è il protagonista di un romanzo che si muove senza dubbio nel solco della tradizione novellistica ottocentesca, tant’è che diversi elementi della narrazione ricordano in modo particolare il Pinocchio di Collodi.

Tuttavia, la creatura di Yambo riesce comunque a mantiene una propria originalità, ritagliandosi ben presto uno spazio nell’immaginario collettivo dei lettori.

Ciuffettino è un ragazzino alto quanto “una pianta di basilico”, così chiamato per via del vistoso ciuffo di capelli che troneggia sulla sua fronte rendendolo simile a uno “spolvera-mobili”. Il nomignolo è talmente radicato che soppianta il nome di battesimo, del quale si dichiara ignaro anche lo stesso narratore. Egli si presenta come un monello sfaccendato a pieno titolo, restìo tanto allo studio quanto al lavoro, cosicché il rifiuto della scuola e dell’apprendimento di un mestiere sono all’origine dei guai che, tra il quarto e quinto capitolo, anche grazie al contributo di un degno compare di birichinate, lo portano ad abbandonare Cocciapelata, il paesino di trecentosettantacinque abitanti (compresi cani, gatti e altre bestie) in cui ha casa e bottega la famiglia. E così, dopo una notte trascorsa nel bosco, prende avvio tutta una serie di avventure che ha dell’incredibile, conducendolo lontano in un mondo popolato di lupi mannari e consorti pronti a cucinare bambini, sapienti che sembrano campare d’aria, burattinai e burattini, marinai e capitani di bastimenti sulla via delle Antille, pappagalli e macachi in guerra, sino ad arrivare ai fannulloni di un regno dove il poltrire legalizzato non si rivela infine tanto conveniente ed entusiasmante.

Un gran bel romanzo di formazione in cui il nostro eroe, maturando strada facendo, comprende che “[…] per essere felici, e per essere utili ai propri genitori ed al prossimo, per divenire buoni cittadini e per onorare la patria, sono necessari la fermezza di carattere, il rispetto verso i superiori, l’amore allo studio ed al lavoro, il disprezzo d’ogni vanità e di ogni leggerezza […]”, come gli conferma la Fata dei bambini. Il ritorno al borgo natìo, per riabbracciare i poveri genitori che lo avevano creduto morto, sarà d’obbligo per la redenzione definitiva, ma all’orizzonte si profila già un futuro di onesto lavoro e fatiche quotidiane andando per mare a fianco del buon capitano Mangiavento.

Decisamente scorrevole e coinvolgente, impreziosita inoltre da note sparse di lirismo, l’ottima prosa di Yambo conquista il lettore e le pagine di questo libro per ragazzi finiscono per risultare del tutto godibili anche da parte degli adulti. Lo stile narrativo tocca vertici di insuperabile ironia in diversi spassosi episodi, come quello in cui Ciuffettino giunge nella città dei sapienti, mentre scorrono carrellate di personaggi (uomini e animali nel contempo) molto ben caratterizzati e portatori, ognuno a suo modo, di valori che oscillano tra il bene e il male, utilissimi ai fini della crescita del piccolo e scapestrato protagonista, e soprattutto del messaggio che occorre trasmettere.

Dopo queste indimenticabili avventure – che sarebbe bello provare a riportare in auge tra i giovani lettori a distanza di oltre cent’anni – il personaggio di Ciuffettino ricomparirà in altri due romanzi, rispettivamente del 1916 (Ciuffettino alla guerra) e del 1931 (Ciuffettino Balilla), figli però di disastrosi tempi dalla triste retorica guerresca, ben lontani dall’innocenza e dalla spensieratezza delle vicende narrate nel primo volume di inizio secolo.

Titolo: Ciuffettino

Autore: Yambo (Enrico Novelli)

Genere: letteratura per ragazzi

Casa editrice: Calzone-Villa (prima edizione) Data di Pubblicazione: 1902