Notturna gloria. Poesia e luoghi di Emanuele Martinuzzi

Notturna gloria è un canzoniere illustrato con disegni artistici sul tema della città. Si tratta di una raccolta composta da ventuno poesie scritte da Emanuele Martinuzzi con relativi disegni fatti a mano dal Maestro Gianni Calamassi. La combinazione di ogni poesia e disegno vuole tradurre, interpretare, evocare una città, che è anche e soprattutto un luogo interiore. Questo viaggio poetico e visivo attraverso queste città si articola in tre momenti e tipologie delle stesse. La prima parte, composta da otto poesie e disegni, è quella relativa alle città in stato di abbandono o spopolate. Sono state prese come esempio e riferimento otto città tuttora esistenti e abbandonate sparse da nord a sud, molte delle quali visitate personalmente dall’autore in un suo viaggio intrapreso alla scoperta delle rovine e dei luoghi abbandonati del nostro territorio. La seconda parte riguarda invece le città scomparse o distrutte, composta da altrettante otto città. Sono state prese a riferimento le città citate nelle opere di Dante Alighieri, Tito Livio e Plinio il Vecchio oppure in documenti storici comunali. La terza e ultima parte si riferisce alle città immaginarie, composta di cinque città. Sono state prese a riferimento le città citate da fonti letterarie e da autori come Pirandello (Montelusa), Calvino (Maurilia e Fedora) e Kubin (Perla) oppure da fonti orali, città immaginarie raccontate allo stesso autore da familiari (Sterlingo). L’idea che sta alla base di questa raccolta poetica e artistica è discendere negli inferi di ciò che non esiste più o non è mai esistito né mai esisterà, nelle ombre di ciò che è abbandonato o dimenticato, nel notturno che abita non solo il territorio fisico, ma ancor più metaforicamente l’anima dell’essere umano, per scovare in queste rovine, in questo nulla che sia stato distrutto o mai esistito o solo sognato, un valore, una dignità, una notturna gloria appunto e in questo modo attraverso la bellezza e la creatività tentare un’ascesa dagli inferi dell’indicibile e dell’oblio verso la memoria e una via differente all’idea comune di gloria. Questo contenuto si sposa con l’excursus artistico dei disegni associati alle poesie, che vanno dal realismo paesaggistico per le città abbandonate, passando dall’astrazione e il minimalismo per quelle distrutte o scomparse fino a corrispondenze simboliste e surreali per le città immaginarie. In questo senso l’associazione non casuale con i disegni del Maestro Gianni Calamassi approfondisce e arricchisce il significato di questa notturna gloria verso altre articolazioni e prospettive. Un modo differente per riflettere sul senso della città nel tempo contemporaneo, alla luce del passato che non c’è più o del futuro ideale che può essere ricostruito o anche solo sognato attraverso l’arte, la bellezza e la poesia.

Questa è una delle città inserite nel canzoniere illustrato “notturna gloria” edito da Robin edizioni, facente parte della serie delle città abbandonate o spopolate. Si tratta di Castelvecchio di San Gimignano, antichissimo borgo oggi in rovina immerso nei boschi di cerri, querce e lecci della Valdelsa, in un’area già abitata in epoca etrusca, poi sede di una fortificazione in epoca longobarda e libero comune nel XII secolo. Castelvecchio fu un borgo strategico nelle diatribe politiche tra San Gimignano e Volterra, in cui fu anche garantito l’autogoverno. Questa cittadella venne espugnata diverse volte non attraverso azioni militari, ma con tradimenti e sotterfugi politici. Iniziò poi la decadenza di questo borgo, con la peste che ne mise in crisi la sopravvivenza e un terremoto più tardi nel 1452 spense i tentativi messi in atto per rivitalizzarlo. Già dal XVII secolo Castelvecchio era totalmente abbandonato. Potete ammirare la bellissima china e grafite su carta disegnata dal Maestro Gianni Calamassi che ritrae il Mastio da dove inizia la via principale del castello, che culmina nella Chiesa di San Frediano, il tutto racchiuso nelle mura del 1208. La poesia di Emanuele Martinuzzi, già vincitrice del primo premio al Giglio blu di Firenze edizione 2019, evoca le suggestioni e le tracce sottili di ciò che di umano permane in una realtà sospesa nel tempo e immersa nelle bellezze e nei misteri della natura, e mostrare come la poesia e l’arte possono infondere nuovamente vita in ciò che pare dormiente, cristallizzato in una dimensione al di là della storia.