Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

L’ingovernabilità delle donne

Di Geraldine Meyer

«La violenza colpisce la donna in quanto luogo dell’Altro, luogo della differenza. […] La donna è un nome della differenza. Non a caso, due grandi filosofi come Adorno e Horkheimer, associavano nella “Dialettica dell’Illuminismo” la donna all’ebreo. Entrambi erano incarnazione della libertà. La violenza punta a sopprimere la libertà, sopprimere la donna vuol dire sopprimere la sua libertà. E la sua libertà è il segno della sua ingovernabilità»

Questo scrive Recalcati e possiamo tenerlo come cifra, come serratura per leggere il libro della nostra collaboratrice Rosella Lisoni, autrice di Aurora una di noi. Perché è importante parlare e parlare della violenza, fisica e psicologica, subita quotidianamente dalle donne. E farlo soprattutto in un anno difficile, questo 2021 che assomiglia sempre più al 2020. Anno in cui, ricordiamolo, secondo l’ONU durante i mesi più duri del lockdown i casi di violenza sulle donne sono cresciuti del 20%. Ma non solo. La violenza ha tante facce ed è anche quella per cui questa dissennata gestione sanitaria ha visto moltissime, troppe donne, perdere il loro lavoro. A volte, tocca dirlo, accettando di essere, come sempre, la parte sacrificale della società.

Allora forse vale la pena leggere questo piccolo libro di Rosella. La storia di Aurora, una donna reduce da due divorzi, da violenze fisiche e psicologiche da parte di un marito malato nel cui animo una forma di morte lo aveva portato a non accettare che Aurora fosse viva. Viva e vitale.

Aurora è una donna come tante, divisa tra famiglia, figli, lavoro. Una donna che, come tante, ha messo da parte la sua autentica voce per assomigliare a ciò che la società, ancora troppo arcaica, pensa debba essere il ruolo delle donne. Una donna che, come tante, trascorrerà molti anni finendo con il credere che tutto ciò sia, non solo inevitabile ma, ancor peggio, normale. La donna come figura sacrificale che deve assumere su di sé e dentro di sé la sofferenza degli altri. Spesso la rappresentazione della sofferenza degli altri.

Ma siccome è proprio la voce autentica quella che, per molto tempo, sarò soffocata, sarà proprio con le parole che Aurora troverà un nuovo percorso: la scrittura. Quel dispositivo che servirà a riflettere su ogni aspetto della vita, sui suoi fallimenti, le sue paure, sui figli, sul sesso, ma che sarà ancor più un dispositivo di libertà. Aurora riuscirà a diventare ostacolo, inciampo per chiunque, famiglia compresa, non accetti, come scrive Recalcati, l’insopprimibile ingovernabilità delle donne.

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Aurora una di noi Book Cover Aurora una di noi
Rosella Lisoni
Narrativa
Book Sprint Editore
2021