Paga i conti lavorando nei sistemi informativi. Professore a contratto dell’Università degli Studi di Pisa per passione. Oreste Verrini cammina per curiosità, per ascoltare storie e qualche volta scriverle. E' autore del bellissimo Madri, sulle orme del pittore Pietro Da Talada lungo l'Appennino tosco-emiliano


Cibum nostrum. Mito e rovina della dieta mediterranea

Di Oreste Verrini

Fin dalle prime pagine di questo interessante volume – Cibum nostrum, di Maurizio Sentieri – sì percepisce un senso di perdita che, parola dopo parola, pagina dopo pagina, fa rimpiangere, almeno a chi scrive di non aver carpito più dettagli ai nonni materni che, quel mondo fatto di ritmi della natura, di conoscenze antiche, tramandate con sapienza e per necessità lo hanno davvero vissuto.
Ora che l’interesse e la passione per quel tipo di conoscenza ci sarebbero, manca, purtroppo e con tanta nostalgia, chi avrebbe potuto insegnare.

Sto divagando…

“(…) L’alimentazione mediterranea è stata territorio di tradizione, sapienza e benessere; soprattutto, per secoli, è stata cultura materiale di intere popolazioni. Oggi l’alimentazione mediterranea è una sintesi rassicurante di dietetica e “buona vita”. (…) Territorio, cultura, benessere. Eppure – assenza per lo più inavvertita – mancherebbero le fondamenta, perché, a differenza delle precedenti, l’affermazione “l’alimentazione mediterranea è una realtà” non può che essere una bugia.

Una bugia perché di fatto la società che aveva generato quel modello alimentare non c’è più, tramontata dall’orizzonte della storia, cancellata dal presente”.

Affermazione che ancor più acuisce il senso di perdita rendendo più interessante la lettura, alla ricerca di una soluzione che possa arginarlo o anche solo renderlo più lieve. Sono certo, mi dico, Sentieri sia riuscito a farlo.

Ed è proprio con quello spirito che rincorro le parole, i concetti tesi ad alimentare una considerazione tanto semplice quanto inaspettata: la dieta mediterranea, o se vogliamo prendere l’accezione più ampia, l’alimentazione mediterranea, non esiste più. I concetti, le immagini suggestive trasmesse dai media non hanno nulla a che vedere con essa. Sono una brutta copia utilizzata a scopi commerciali e di consumo.

Ancora un altro stralcio per farci riflettere più a fondo “il problema più grande nell’antica società contadina è sempre stata la carestia. Per minimizzare questo rischio, le antiche popolazioni mediterranee avevano imparato a convivere con una varietà alimentare essenziale quanto collaudata, un insieme di risorse ambientali e agrarie sulle quali agivano la cultura e la sapienza regalata dal sangue e dalle vite di generazioni”.

Un richiamo evidente, necessario ed importante, alla tradizione, alla cultura, al trasferimento di conoscenze che vengono tramandate di generazione in generazione. La dieta mediterranea, sbandierata oggi, non può essere vista, tantomeno vissuta, come qualcosa di genuino. Si sta seguendo una moda, un concetto fine a se stesso dove ogni individuo consumatore, crea la propria idea di alimentazione mediterranea.

Per sottolinearlo Sentieri porta una serie di esempi e considerazioni che stupiscono per semplicità e al contempo per profondità, come la questione dell’avanzo di cibo che si fa spreco; un cibo da buttare. Una conseguenza del nostro modo di vivere e di approcciarsi al cibo così tanto in contrasto con l’idea di società contadina dell’Appennino e delle coste – dove ogni alimento veniva consumato o conservato senza alcuno spreco – da stridere con forza.

Sono indizi, piccoli dettagli che l’autore semina nel testo, il termine non può essere più appropriato, per argomentare la sua tesi e per arrivare a esporre la propria soluzione, non certo magica, ma capace di placare quel forte senso di perdita e di dare il via ad un moto di speranza che fa dire, non tutto è perduto.

Un modo per approcciarsi all’alimentazione mediterranea c’è, l’autore lo evidenzia condensando il suo punto di vista in alcuni consigli e sottolineando specifici comportamenti che potrebbero sottrarci al ruolo di meri consumatori “(…)le ricette della tradizione mediterranea, prima di essere cibo e materia, prima di essere nutrimento, sono un distillato culturale che viene da lontano, autentico per avere attraversato le diverse generazioni, e che resta ancora autentico nel presente, almeno quando le condividiamo con chi viviamo, insieme a chi, in qualche modo e misura, amiamo”. Il libro si conclude con quelle che Sentieri definisce ricette immateriali “(…) perché, se quella attuale può essere solo e soprattutto una fame di storie e parole, allora le ricette non possono e non devono essere solo materiali”, dove le parole, amalgamate come gli ingredienti base di una portata, formano storie e raccontano un piatto, un luogo, un popolo

Cibum nostrum. Mito e rovina della dieta mediterranea Book Cover Cibum nostrum. Mito e rovina della dieta mediterranea
Maurizio Sentieri
Saggistica, alimentazione, storia cibo
DeriveApprodi
2019
128 p., brossura