Antonio Laurino è nato a Napoli nel 1986 e qui si è laureato in Scienze della comunicazione, prima di trasferirsi a Bologna e specializzarsi in Semiotica. È professore a contratto di scrittura non creativa, insegnante di sostegno e docente di italiano per stranieri. Ha scritto articoli pubblicati su riviste scientifiche, racconti – alcuni apparsi in antologie, altri premiati in occasione di competizioni letterarie – e calembour, molti dei quali raccolti nell’ebook Il peggio è passato. Il meglio purè. 101 scintille linguistiche (StreetLib, 2019). Ha un sito: www.antalur.it.

Il riparatore

Di Antonio Laurino

Gli avevo lasciato un videoregistratore messo piuttosto male e me lo aveva sistemato. Quando andai a ritirarlo ci trovai attaccato un post-it su cui c’era scritta una data. Esattamente nel giorno indicato, mentre guardavo un film, dal videoregistratore iniziò a uscire del fumo. Mi affrettai a staccare la spina, ma non restò che constatarne il decesso.

Era stato un mio conoscente a parlarmi di lui e del suo talento. «È come se sapesse quando un aggeggio smetterà di funzionare» mi disse. A mia volta, raccontai l’accaduto a Gianni, che si mostrò incuriosito. Ci demmo appuntamento quel sabato mattina davanti al negozietto. Portai con me un vecchio giradischi che iniziava a perdere colpi. «Posso provarci io?» mi chiese indicandolo, quando stavamo per entrare. Appena dentro, lui prese in consegna l’apparecchio, lo esaminò con cura, ci lavorò per un po’ e lo rimise nelle mani di Gianni. Dopodiché annotò alcuni numeri su un foglietto e glielo diede. Pagammo, uscimmo e prima di salutarci facemmo una scommessa: se davvero il giradischi si fosse rotto il sette novembre di quell’anno – questa era la data riportata sul pezzo di carta –, mi avrebbe offerto una birra. In caso contrario, l’avrei fatto io.

Il giorno arrivò. Rientrato dal lavoro, misi su un disco. Ascoltai la prima traccia, poi la seconda e via via le altre. Tutto sembrava a posto. Fino a che il telefono non squillò. Gianni era in coma. Arresto cardiaco. Il defibrillatore che aveva nel petto non era entrato in funzione.

L’immagine di copertina è un frammento di Destino, opera di Salvador Dalì e Walt Disney