Giuseppe Milite vive a Salerno

Alcune poesie di Giuseppe Milite

Di Giuseppe Milite

Avevo

ho sempre da fare

seppur da sempre

non so

no ho saputo mai cosa.

E così di decennio in decennio

più o meno

passano

mi passavano i cani.

E di giorno in giorno

mi passa

mi passava un tabaccaio

un beccaio

mamma è passata

papà.

Di chi Dio sa quanti

sono passati.

Di qualche piano una signora

un signore

nel palazzo al mio di fronte

al vostro magari

ovunque voi siate

o nella casa dei sogni

e a caso un tramonto

qualsiasi uno

la sera

sempre le stesse

le lacrime.

Disillusioni

dolori

sempre passano

passavano

di mano in mano

mentre anch’io passo

passavo.

Tutto si trascina

si trascinava

come una traina di buoi

e si contorce come l’erba

si contorceva al passaggio

tra il né capo né coda

tra mille progetti

dietro mille finestre

ad ognora

su un finestrino riflesse

d’un treno che passa

corre

correva.


Era ed è questa

che piaccia più o meno

la vita.

E comunque

c’è sempre un amico

è un mistero

che come me passa

passava

che aveva

che ha

come fosse poi vero

mille cose da fare.


Che solitudine!

C’è come asfalto

sulla desolazione

e giusto al centro

tra i due lati della strada.

È un’intersezione megalitica

una linea invalicabile

tra due universi

così mi appare

oggi.

Non c’è uno scoppio

il respiro di un motore

sia esso a due

che a quattro spaziotempi

una sola aspirazione

uno stramaledetto scarico.

C’è solo silenzio

grande è forse

la mia desolazione.

Mi chiedo dove sia la Pasqua

e a quando

la resurrezione.

Quando

una diversa visione

se qui c’è

qualcuno ancora

che non capisco perché

e soprattutto come

e dov’è che trova

lo spirito per la baldoria.

Come se bastasse il vino

per passare

in un’altra dimensione.

È troppo breve il tratto

ed io non attraverso

non c’è tra i segni

come un’idea

nemmeno un universo.


Sembra un altro giorno

ogni mattina

e invece

è uguale a ieri

all’altro ieri e passerà

e in men che non si dica

ti svestirai la sera.

Buonanotte anche stanotte

amore mio

tu lo sai

che non mi adeguo alle illusioni

che rispondo alla coscienza

e che comunque

tra un pigiama e un pantalone

sarò vivo

almeno finché vivo

e pur senza avere idea

di cosa tutto questo

potrà mai significare

e senza poter pregare

senza poter sperare

ma con amore

 e senza

per tutto quel che ne rimane.

L’immagine di copertina è La finestra nella notte di Hopper