Un fervente lettore con la passione per la parola. Sono nato il 25 novembre del 1982 e abito in un paesino del Tirreno cosentino di seimila anime. Proprio in terra calabra mi dedico alla professione giornalistica. Dopo essermi diplomato in Ragioneria, mi sono tuffato negli studi umanistici con il coraggio tipico del profano, conseguendo la laurea in Scienze Storiche all’Università La Sapienza di Roma. Vicino alla storia ho poi messo la letteratura, la filosofia e tutte quelle cose di cui proverò a parlarvi. L’obiettivo è creare un linguaggio personale nel quale voglio sciogliere nevrosi e ossessioni, perché leggere e scrivere curano tutti i mali. Trovo sempre un buon motivo per leggere un libro e ne parlo sempre con passione anche su Satisfiction, Gli amanti dei libri e Zona di Disagio di Nicola Vacca. Se vuoi puoi anche seguirmi sulla mia pagina facebook Dispersioni82.

Goffredo Parise, L’odore del sangue. Libro spregiudicato e umano

Di Martino Ciano

È un libro spregiudicato, crudele, cinico, profondamente umano.

È la riscoperta dell’istinto di base, ossia, di quella sopravvivenza che è violenta lotta contro la morte. Se è vero che il sangue è vita, che il suo odore e il suo sapore plachino la bestia che addenta la preda, è anche fuor di dubbio che esso richiami la passionalità, la carnalità e la sessualità.

Goffredo Parise scrisse questo romanzo alla fine degli anni settanta, non voleva pubblicarlo, forse perché lo considerava troppo intimo e personale, nonostante i fatti raccontati non gli appartenessero. Ci parla di una strana coppia di cinquantenni, due persone che si raccontano le proprie relazioni extraconiugali con due giovanissimi. Ma è la moglie dell’uomo, Silvia, la vera protagonista di questo romanzo.

Lei è una donna che vive una seconda giovinezza innamorandosi di un ragazzo ignorante, grezzo, amante della violenza e adepto del “culto del corpo”. Il suo, infatti, è un corpo delineato, curato, vigoroso. Lui è un Priapo “dal cazzo sempre duro e pronto all’azione”.

In questa insensata storia d’amore, in cui a prevalere è l’odore del sangue, ossia, la pura bestialità che tramuta l’uomo in un essere istintivo e irrazionale, la preda “Silvia” non è altro che l’immagine di una donna che non accetta la propria età, che non riesce a concepirsi come essere-in-decadenza. Ma anche suo marito sta vivendo la stessa situazione e proprio lui, in qualità di narratore di questa storia, si immedesima in sua moglie, e placa la sua gelosia solo quando annusa “l’odore del sangue”; un odore che è ovunque, che ha pervaso il mondo.

L’odore del sangue è un libro che parla dell’amore come anello di congiunzione tra la vita e la morte. Ma non è un’opera sull’amore perverso, malato, violento; piuttosto, tra queste pagine si parla dell’uomo nella sua “nuda vita”, della sua bestialità, della sua paura di estinguersi, della sua paradossale necessità di non essere in ogni istante presente a sé stesso.

E in questo perdersi tra la forza caotica dell’amore, Silvia apparirà come la preda perfetta e come il capro espiatorio di una sessualità che è sempre dialogo tra “la vita e la morte”.