Classe 1989, vive a Solofra (Av). Ha studiato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Salerno. Ama la compagnia di un buon libro, viaggiare per imparare, vagabondare per mostre e musei. Sostiene il Teatro di qualità, quello che pone degli interrogativi e contribuisce a formare la coscienza individuale e sociale, riuscendo ad emozionare e stupire allo stesso tempo.

L’omaggio del Napoli Teatro Festival Italia ad Eimuntas Nekrosius

Di Alessandra Durighiello

Nel 2019 il Napoli Teatro Festival Italia è giunto alla sua dodicesima edizione, la terza sotto la direzione artistica di Ruggero Cappuccio, proponendosi come una rassegna internazionale sempre più focalizzata sulla contemporaneità se si considera che l’80% delle rappresentazioni sono riconducibili ad autori e drammaturghi viventi. Un festival che continua a guardare con grande attenzione alle attività laboratoriali, mettendo in relazione maestri e giovani talenti con l’obiettivo di generare un incontro produttivo. Un festival che manifesta particolare attenzione pedagogica, prevedendo una nuova sezione dedicata al Teatro Ragazzi che quest’anno propone Puglia Showcase Kids, spettacoli e momenti di approfondimento rivolti alla produzione per ragazzi, promossa dalla Regione Puglia, ideata e realizzata dal Teatro Pubblico Pugliese, riconoscendosi la necessità che il teatro sia appreso, compreso e approfondito dai ragazzi sin da piccoli, per la crescita culturale dei territori, per la creazione di nuovo pubblico e, soprattutto, per la valenza sociale che ha la partecipazione attiva al teatro delle giovani generazioni. Un festival dall’anima sociale che, realizzando un significativo abbattimento del costo del biglietto, celebra pienamente il concetto di inclusione, non quella semplicemente economica come inclusione al consumo ma culturale, garantendo la partecipazione delle fasce sociali più deboli, rendendole vive e facendole sentire necessarie alla società.

Quest’anno il festival ha reso omaggio al regista lituano Eimuntas Nekrošius, scomparso lo scorso 20 novembre. Il 7 giugno è stato proiettato al Teatro Politeama il documentario Eimuntas Nekrošius: Pushing the Horizon Further di Audronis Liuga, che tratteggia la personalità artistica e umana del regista prendendo spunto dalle prove di Boris Godunov da Alexader Puŝkin, performance diretta da Nekrošius nel 2015 al Lithuanian National Drama Theatre, nonché dall’intervista con l’artista nel ruolo di direttore artistico al Teatro Olimpico di Vicenza, dove per tre anni ha diretto il Ciclo di Spettacoli Classici. L’8 giugno nelle sale di Palazzo Fondi è stata inaugurata la mostra curata da Audronis Liuga e Julija Reklaitè, Il Meno Fortas di Eiumuntas Nekrošius, una raccolta di fotografie, bozzetti, appunti e oggetti di scena che aprono il sipario sull’universo teatrale del regista lituano, sugli spettacoli degli ultimi vent’anni nati nel Meno Fortas, teatro da lui fondato nei locali di un’ex stamperia nel centro storico di Vilnius. Sempre l’8 giugno è andato in scena al Teatro Politeama in prima nazionale Zinc (Zn), un lavoro di Nekrošius ispirato a Ragazzi di Zinco e Preghiera per Černobyl’, romanzi della scrittrice bielorussa, premio Nobel per la letteratura, Svjatlana Aleksievič; una scelta dettata dalla familiarità e dalla contemporaneità dei problemi descritti, dalla semplicità, dalla chiarezza e dalla sincerità di una scrittura sensibile. Lo spettacolo affronta la storia dell’URSS prima massacrata nelle sue giovani generazioni dalla guerra in Afghanistan e poi distrutta dalla catastrofe dell’esplosione del reattore della centrale nucleare di Černobyl’: in entrambe le circostanze le vittime vengono portate via in casse di zinco. Lo spettacolo si costruisce sulla narrazione delle storie raccolte nei romanzi, delle testimonianze di coloro che quegli orrori li hanno vissuti sulla propria pelle; i personaggi creano scene di forte valenza simbolica, muovendosi in una scenografia essenziale, illuminata da luci che evocano una dimensione poetica e fantastica.

Ma corrono anche certe voci sorde sui funerali nei casermoni di prefabbricati e nelle casupole contadine coi pacifici gerani alle finestre; si mormora di bare di zinco troppo grandi per entrare nei minuscoli alloggi di epoca chruŝĉëviana

Dopo aver evitato per lungo tempo l’insegnamento nella convinzione di perdere di vista la concretezza del proprio lavoro di regista, Nekrošius ha condotto nelle edizioni 2017 e 2018 del Napoli Teatro Festival Italia, il laboratorio Theatre Bridges. Il cambio di rotta è stato innescato dalla consapevolezza di non avere tempo ed energia sufficienti per realizzare tutte le sue idee; di qui la necessità di trasferire queste idee a dei giovani che potessero svilupparle in maniera più libera e coraggiosa. Nekrošius rifugge dalla definizione di pedagogo e di teorico del teatro, non insegna un metodo essendo convinto che il processo creativo non abbia bisogno di un sistema, si concentra essenzialmente sulla pratica teatrale, sullo stimolo della creatività personale lasciando libertà di proposta agli artisti che partecipano ai suoi laboratori.

Nekrošius stava lavorando a Edipo a Colono di Ruggero Cappuccio, liberamente ispirato all’opera di Sofocle, per il Napoli Teatro Festival Italia 2019. L’allestimento, affidato al regista lettone Rimas Tuminas, direttore artistico del teatro Vakhtangov di Mosca, andrà in scena al Teatro Grande di Pompei dal 27 al 29 giugno nell’ambito di Pompeii Theatrum Mundi, organizzato dal Teatro Stabile di Napoli.

Riferimenti: Ragazzi di zinco di Svjatlana Aleksievič Edizioni e/o Le Cicogne; interviste rilasciate da Nekrošius a Huffingtonpost nel 2018 e teatrodinessuno.it

In copertina: ritratto di Eiumuntas Nekrošius di Maurizio Buscarino ripreso dalla monografia Eimuntas Nekrošius a cura di Valentina Valentini, collana teatro contemporaneo d’autore, Rubbettino