Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

La Madonna del Magnificat, l’arcaico e la voce del Po

Di Geraldine Meyer

Pianura, spazi che sembrano non avere confini, argini, momenti in cui, nelle giornate d’estate, il riverbero del sole sull’acqua cancella il confine tra fiume e cielo. E altri momenti in cui, nelle giornate di nebbia, a perdersi sono i confini tra fiume e alberi. Questo il Grande Fiume, il Po. Queste le terre, come il Polesine, che lo accompagnano lasciandosi attraversare.

Una terra in cui la geografia fisica diventa una geografia dell’anima, narrativa, una geografia immaginifica. Terra di storie, di leggende, di miti e di religiosità che trae linfa dal fiume per tornare a lui come preghiera oppure come tragedia e ferita.

Una terra che sa di arcaico, là dove con arcaico non si debba intendere un tempo immobile, immerso in un antico cristallizzato. Quanto, semmai, un arcaico inteso come mito che cerca di trovare un ordine all’inspiegabile. Ed è da questo arcaico che Sonia Aggio trae materia per il suo bellissimo Magnificat

Anni ’50, Polesine appunto. Due giovani donne, Nilde e Norma, due cugine che la guerra renderà sorelle dopo averne ucciso i genitori. Ma a un certo punto Norma diventa “strana”, distante, sfuggente quando non violenta. Nilde non capisce, si sente disorientata, la segue nelle sue fughe lungo l’argine. Ma quella è una terra di misteri, di apparizioni e sparizioni, di un fiume che sembra chiedere sacrifici in mezzo a un luogo in cui anche le alluvioni chiedono con una voce che proviene da un altrove.

Una madonna da non spostare dalla sua nicchia, un sentire popolare che sarebbe troppo facile etichettare come superstizione. Che superstizione non è ma, semmai, testimone di un rapporto problematico, e per questo originario, con la natura. Qualcuno deve morire perché qualcuno possa vivere. E la voce del fiume è la voce di una immagine sacra che, in quanto tale, richiede sacrificio.

Un romanzo straniante per molti aspetti, per altri assolutamente realistico tanto più quanto più sfumato nell’incomprensibile. Un ritratto in cui ciò che sta al di la del razionale serve per raccontare e comprendere tutta una comunità e una cultura. Un romanzo che viaggia nel tempo, avanti e indietro, sostenuto da una scrittura e uno stile puntuali e coerenti con quanto raccontato. La vita, la morte, il femminile, il bisogno disperato di trovare senso e motivo in una natura che non si lascia rinchiudere nel bisogno di capirla. E forse giustificarla. Una bella prova letteraria.

Magnificat Book Cover Magnificat
Le strade
Sonia Aggio
Narrativa
Fazi Editore
2022
201 p.,