Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

Lo stato dell’arte

Di Geraldine Meyer

A volte ho la sensazione che il motto non dichiarato per stare su Facebook sia “raccontare dei successi e dei fischi non parlarne mai”. Comprensibile e legittimo, visto il contenitore. E forse questo è il motivo per cui invece di un post scrivo direttamente su L’ottavo, la bella rivista che da qualche anno coordino. E se non proprio di fischi dirò qui ciò che, senza retorica e ipocrisia, non è certo un successo. Momentaneo o duraturo non so. Comunque. Dalla prossima settimana non pubblicheremo più dal lunedì al venerdì ma, come accadeva qualche anno fa, ridurremo le pubblicazioni a tre a settimana. Se sarà possibile. Il motivo è molto semplice: non arriva più in redazione un numero sufficiente di articoli tale da consentire una programmazione e una pubblicazione quotidiana. Niente di grave, sono cose che accadono. Per quanto mi è stato possibile ho letto e recensito in modo tale da supplire alla non regolarità del flusso di articoli. Ma, come tutti, ho giornate di 24 ore e tante cose da fare. Che, per tanti motivi, non posso delegare. Immagino sia così anche per i collaboratori de L’ottavo. A cui va la mia gratitudine per quello che fanno, che continuano a fare compatibilmente con i loro impegni. C’è chi resiste, chi si è perso per strada, chi ha intrapreso altri percorsi. Ed è giusto e normale che sia così. Io, come responsabile della rivista, prendo solo atto della situazione. E mi assumo le responsabilità del caso. È sicuramente responsabilità mia quella di non essere riuscita a far capire quanto sia bello e importante un progetto come L’ottavo e quanto impegno richieda. Ed è responsabilità mia quella di non essere riuscita a trovare le parole giuste per “convincere” a collaborare molte delle persone da me contattate. Quindi, alla fine dei conti, ben venga questo momento di “frenata”. Mi servirà per rimettere in discussione me stessa come responsabile della rivista, trovare nuove idee, regole e motivi. Ringrazio i lettori (che aumentano), editori e uffici stampa che ci mandano libri e segnalazioni e i collaboratori, attuali e passati. Si continua a lavorare ma con ritmi diversi. Per preparare la strada a qualcosa di nuovo. Grazie a tutti