Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

Nessun nome per Emilio. Il desiderio irrompe e non si è più bambini

Di Geraldine Meyer

Emilio è un ragazzino solitario. I genitori sono separati e lui, da poco, si è trasferito in un nuovo quartiere con la madre. Non conosce nessuno e, per vincere la noia, gironzola tutti i pomeriggi nel cimitero vicino casa. Emilio ha una memoria prodigiosa che diventa per lui quasi una sfida: imparare i nomi di tutti i defunti sepolti nel cimitero. Una cosa però non deve fare assolutamente e cioè pronunciare il proprio nome prima di averlo letto almeno su una lapide. Altrimenti i morti, gelosi, potrebbero richiamarlo a sé. Emilio gira per il cimitero con uno strano aggeggio, un rivelatore di barzellette. Durante una delle sue surreali passeggiate incontra Euridice. La donna, dell’età di sua madre, ogni mercoledì va al cimitero a portare un mazzo di margherite sulla tomba del suo unico figlio, morto pochi mesi prima alla stessa età di Emilio.

L’incontro con la donna sarà per Emilio una sorta di rivoluzione. Scoprirà infatti di non esser più bambino e di sentirsene attratto. Euridice si sottrae ma solo fino a un certo punto. Perché il desiderio non ha età, è una forza capricciosa e centripeta, incontrollabile e corsara. Molte cose entrano in gioco in questo loro rapporto, l’infanzia che se ne va, per Emilio, la perdita di un figlio per Euridice. I fili che da tutto ciò vengono tessuti sono tanti e complessi, dolorosi e rivelatori. Impossibili da giudicare. Emilio che bacia il seno di Euridice per capire, come dice lui, se gli piacciono le donne, sono l’altra faccia della medaglia. Quella che porta Euridice, da poco colpita dalla tragedia peggiora che possa capitare a una madre, ad accettare quasi a rinnovare l’impossibile ritorno indietro del tempo con un figlio attaccato al suo seno.

Nessun nome per Emilio è il titolo di questo straordinario libro di FabioMoràbito. Un libro in cui, nella cornice narrativa di un cimitero, entrano in gioco i temi più profondi e irrinunciabili per noi esseri umani: amore, morte, sesso, infanzia, dolore, scoperta. Insomma, la vita stessa. E che la vita stessa possa fare la sua comparsa, incontenibile e irrefrenabile, proprio in un cimitero è forse l’aspetto più potente di questo libro. Che mai scade nel banale, mai nel volgare. Ma che, anzi, risuona di quella indulgenza che tutti noi dovremmo imparare ad usare e da cui dovremmo imparare a lasciarci pervadere.

Emilio impara cosa vuol dire non essere più bambino eppure lo fa senza dimenticare l’incanto e la lievità dell’infanzia. Con i suoi ragionamenti puliti, con il suo rispondere leale alle domande che gli vengono poste. Con la naturalezza senza infingimenti e omissioni di chi è ancora sul confine ma già con un piede nell’età adulta. Morabito ci regala un personaggio memorabile, con la sua curiosità, con quella caparbietà di chi sa che qualcosa sta cambiando ma, nello stesso tempo, con la paura e il desiderio che tutto resti come sempre. Almeno attorno a lui se non dentro. Lui vorrebbe che i genitori tornassero insieme e, per questo, mette in atto un’azione che costringerà il padre a rimandare (o forse a rinunciare) il viaggio in Canada per raggiungere le sua nuova fidanzata, molto più giovane di lui, quasi a ripete lo schema di un desiderio che non conosce età anagrafica. Emilio sa che deve mantenere nel “pantheon della sua testa” i nomi di tutti i defunti del cimitero quasi a volersi fare scudo vivente contro l’oblio, ma sa anche che vuole liberarsi da tutto ciò.

Un libro poetico, talvolta ironico, soffuso e denso. Ambivalente come tutto ciò che riguarda gli esseri umani per i quali, si sa, ogni sentimento contiene anche il suo contrario. Emilio, con il suo essere bambino non più bambino è testimone ed emblema del meraviglioso e terribile mescolarsi di tutte le cose. Oltre che della mai abbastanza compresa importanza della questione del nome. Nessun nome per Emilio è un libro che provoca, che apre a molte domande e che fa, in sostanza, ciò che viene chiesto ai buoni libri.

Nessun nome per Emilio Book Cover Nessun nome per Emilio
Fabio Morabito. Trad di Adrian Bravi e Marino Magliani
Romanzo
Exorma
2021