Luca Morettini Paracucchi, nato il 24 febbraio 1988. Lucchese da tutta la vita, Viterbese da qualche tempo. Ho una passione molto forte per ciò che riguarda il cinema, la letteratura, la musica, il mondo dei fumetti e dell'arte in generale. Tra le mie passioni hanno un posto di rilievo il mondo del punk e certi aspetti della cultura cosidetta nerd. Scrivo da quando avevo otto anni, recentemente ho ripreso dopo un periodo di stop. Spero sia la volta buona

Il libro dei mostri, di J. Rodolfo Wilcock

Di Luca Morettini

Da un po’ di tempo a questa parte Juan Rodolfo Wilcock è entrato a far parte della vita di chi scrive.

J. Rodolfo Wilcock (Foto da wikipedia)

Convinto di entrare in contatto con una figura della letteratura di grandissima fama, mi ritrovo di fronte ad un artista il cui nome, nonostante l’opera di alto valore, suscita entusiasmo a molte meno persone di quanto credessi. Comunque sia diventa importante per me e per il momento è sufficiente. Perché una scrittura come quella di Wilcock non solo la cercavo da molto tempo, ma è anche difficile da trovare in generale: personale, asciutta, simbolica, grottesca, caustica e fantastica. Parola che non è solo un meritato elogio ma che guarda all’altro significato del vocabolario, ovvero tendente alla fantasia. La sua narrazione ne è piena, vive di essa, straborda da ogni pagina e da ogni riga.

Ristampato da pochi mesi dalla casa editrice Adelphi, “Il Libro Dei Mostri” è in realtà del 1978, lo stesso anno in cui Wilcock morì nel silenzio più totale nella sua casa del paese di Lubriano, proprio nel viterbese, in quel 16 marzo che l’Italia ricorda per il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Si tratta quindi della sua ultima opera, la punta dell’iceberg di un percorso fatto di romanzi, raccolte di racconti, poesie, testi teatrali e altro ancora.  Ed è un lavoro perfettamente rappresentativo di tutti gli aggettivi usati in precedenza per descrivere il suo mondo.

Il Libro Dei Mostri” altro non è che una raccolta di ritratti di cui l’80% non supera le due pagine. Ritratti di persone anomale, mostruose, deformi, mutate. Un geometra che si trasforma in una montagna di fango. Un uomo bellissimo fatto completamente di specchi. Un cardinale che si risveglia in un imballaggio di plastica da cui non vuole uscire. Un vecchio che si tramuta in posacenere e medita pensieri di vendetta sui suoi compaesani. Questo e molto altro ancora è il bizzarro campionario che affolla le pagine di questo libro. Figure deformi e spesso condannate alla solitudine è vero, ma in fondo straordinariamente umane in cui c’è sempre qualcosa in cui ognuno di noi può riconoscersi, nella nostra “normalità”.

Attraverso una narrazione che riesce ad essere avvincente con solo una semplice descrizione, l’assurdo e l’humor si mischiano e danno vita a delle schegge di follia creativa di altissimo livello. Una lettura che può risultare spiazzante e portare a chiedere quale sia il senso in tutto ciò, ma come detto in precedenza se nella mostruosità dei personaggi è possibile riscontrare umanità, allora anche in questa sarabanda di parole è possibile trovare un senso.

Juan Rodolfo Wilcock per quanto abbia un certo rilievo nella letteratura italiana è una figura enigmatica, un nome che non ha ancora il giusto peso che merita, così come assolutamente un’ulteriore divulgazione delle sue opere e del suo lavoro non sarà mai abbastanza. Ecco perché siamo qui a scrivere di un libro pubblicato più di 40 anni fa, perché alla bellezza nascosta o ancora troppo poco apprezzata non si nega mai una parola in più.

Il libro dei mostri Book Cover Il libro dei mostri
J. Rodolfo Wilcock
Racconti
Adelphi
2019
143 pp, brossura