Laureato e specializzato in storia dell’arte all’università degli studi della Tuscia. Dopo aver discusso due tesi di laurea su Andrea Pazienza continua lo studio dell’artista realizzando il lavoro di riordino e di digitalizzazione dell’archivio e curandone la mostra “Segni Preliminari”. Cura la rubrica Fumo negli occhi. “Recensioni critiche” di graphic novel. Le recensioni vengono pubblicate su Move magazine sulla pagina Facebook Fumo negli occhi e su Fandangoeditore.it. Direttore artistico di una sezione del Festival Caffeina e assistente alla direzione artistica di Quartieri dell'Arte.

Esattamente 3 mesi dopo Dimentica il mio nome, secondo al premio Strega, Zerocalcare torna con un nuovo lavoro uscito il 16 Gennaio nel numero 1085 di Internazionale. Si tratta di un cambio radicale di genere nella continuità dello stile. Kobane Calling (titolo che evoca London Calling dei The Clash) è il reportage a fumetti di un viaggio sul confine turco-siriano. In un fazzoletto di terra la resistenza curda, seppur in condizioni di evidente inferiorità, sta tenendo testa agli attacchi dell’Isis. Lo stato turco, membro della Nato, aiuta surrettiziamente l’Isis, gli Usa potrebbero fare o non fare e invece fanno poco e male. Il kurdistan (una nazione non riconosciuta come stato dislocata fra Turchia, Siria, Iraq e Iran) subisce da decenni prepotenze e repressioni. Nel 2011 i curdi “siriani” proclamavano indipendente una striscia di terra, il Rojava, la cui costituzione è un avamposto di ideali: democrazia partecipata retta da un contratto sociale, convivenza etnica e religiosa, emancipazione femminile, ridistribuzione delle ricchezze. Appurato il talento, la dedizione al lavoro, la verve comica, la capacità innata di gestire il ritmo, l’umiltà, la sincerità, Zerocalcare si mette alla prova e a disposizione di una causa, di un ideale e di quel genere che viene chiamato Graphic Journalism.

Kobane calling Book Cover Kobane calling
Zerocalcare
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