Lea Barletti è attrice e performer. Da alcuni anni si è trasferita a Berlino con il compagno e due figli. Scrive poesia, testi teatrali e racconti. Sua la bellissima raccolta di racconti Libro dei dispersi e dei tornati, Musicaos Editore

Clangore

Di Lea Barletti

Quando mi prende la nostalgia devo camminare. Veloce. Non devo correre, però. Perché se corro mi stanco presto. E invece devo camminare per tanto tempo. Camminare veloce per tanto tempo ad un ritmo costante. Così la nostalgia non è che se ne va ma cammina con me, accanto a me. E non è così difficile da sopportare come quando è ferma. Invece quando me ne sto in camera mia, fermo, anche la camera è ferma. E allora la nostalgia è ferma e grande, e si gonfia, riempie di sé tutta la stanza e non mi lascia scampo.

La nostalgia ferma è come la voce della mamma registrata nella fiaba sonora. È bella che fa piangere. E riempie di sé tutta la stanza. La voce della mamma viva invece si muoveva e a volte faceva il solletico a volte correva e si nascondeva e rideva a volte saltava camminava piangeva ma ferma non stava mai. E in mezzo a una storia tutto d’un tratto si girava e mi chiedeva piano: lo sai cosa significa clangore? Perché ci sono parole a volte che non si usano quasi più eppure sono parole che significano. Ecco, clangore significa un rumore forte, come di armi, di ferro: un rumore alto e forte, un rumore assordante di battaglie antiche. E allora quando ascolto la fiaba sonora con la voce della mamma registrata che riempie la stanza, mi aspetto che da un momento all’altro la sua voce si giri e mi chieda: lo sai cosa significa clangore. 

L’immagine di copertina è Velocità astratta + rumore, di Giacomo Balla, 1913. Foto presa da Ticinolive.ch