Lettrice appassionata, vive a Vercelli e ama il mare

  “L’anulare” di Yoko Ogawa.
                                      “Gli esemplari conservati restano qui per sempre…è proprio questo il senso di un esemplare: rinchiuderlo equivale a separarsene, così si compie il suo destino ultimo“…

L’anulare

Di Yoko Ogawa

Traduzione di Cristiana Ceci

Racconto pubblicato nel 1994 con il titolo originale Kusuriyubi no hyŌhon, riproposto nella Piccola Biblioteca Adelphi, 2007.

Yoko Ogawa, nata a Okayama nel 1962, è una delle scrittrici contemporanee giapponesi più importanti della sua generazione. I suoi romanzi sono stati sempre ben accolti dai lettori e dalla critica grazie al suo personalissimo modo di esplorare gli aspetti più inconfessabili, ambigui e grotteschi dei suoi personaggi. Tra le sue opere più importanti troviamo Quando la farfalla si sbriciolò, Una perfetta stanza d’ospedale, La gravidanza di mia sorella, e La formula del professore. È considerata un’autrice postmoderna appartenente a quella che è stata denominata la corrente letteraria del “black romanticism”, per le sue tematiche cupe e atmosfere pessimiste.

L’anulare, è un racconto che ci porta in un universo feticista, morboso e assillante, rinchiuso in un vecchio ex-pensionato femminile. L’enigmatico e affascinante signore Deshimaru “amministratore e tecnico esperto nella conservazione degli esemplari”, che non si toglie mai il suo impeccabile camice bianco, possiede un’insolita attività: un grande magazzino dove vengono “rinchiusi” degli oggetti che le persone vogliono dimenticare. Il magazzino rappresenta una forma di obblio, un luogo metafisico, dove la damnatio memoriae cancella qualsiasi traccia e libera il possessore dalla presenza e dal ricordo di quell’oggetto che ha avuto a che vedere con un momento traumatico della sua esistenza. Non potendo sbarazzarsene da soli, i clienti del signore Deshimaru portano l’oggetto incriminato nel suo laboratorio perché lui lo trasformi in un “esemplare”. “Per quanto piccolo e insignificante possa essere” lui lo tratta con rispetto e amore, preparandolo, catalogandolo e rinchiudendolo per sempre in una delle mille stanze del suo gigantesco deposito, permettendo così la separazione totale e definitiva tra l’oggetto e il suo possessore. Chi ci racconta questa storia, e quel che avviene all’interno del magazzino, è una ragazza di 21 anni, l’assistente del signore Deshimaru. Di lei, anonima voce narrante, sappiamo che è una persona diligente e solitaria e che, da circa un anno, lavora insieme a lui. Il suo impiego precedente era in una ditta di gazzose, dove per uno sfortunato accidente, ha perso la punta dell’anulare sinistro nel nastro trasportatore. Da quest’esperienza, lei porterà con sé un trauma quasi invisibile nella sua mano, ma uno squilibrio, una menomazione nel suo modo di vedere se stessa. Ci racconterà che quello che la disturba di più non è la vista mutilata della sua mano ma il non sapere dove sia finito quel “pezzetto di carne a forma di conchiglia”. Sappiamo di lei che non ha una particolare istruzione e nemmeno una famiglia su cui contare o qualcuno che possa sentire la sua mancanza. È stato il destino a portarla a trovare il vecchio edificio dove il signore Deshimaru aveva affisso il cartello: “Cercasi assistente per la conservazione di esemplari. Nessun requisito richiesto. Prego suonare qui”. Il racconto prosegue con la descrizione dei clienti, i loro bisogni e i loro particolari oggetti ma anche con il mistero che avvolge il laboratorio dove vengono preparati gli esemplari, l’unico luogo dove la nostra voce narrante non può entrare. La forte influenza che il signore Deshimaru ha su questa ragazza sarà ancora più potente quando lui, regalandole un paio di scarpe, “imprigionerà” in qualche modo il suo corpo e piegherà la sua volontà, sottomettendola in una relazione masochista e feticista che per lei significherà l’inizio di una discesa verso il sotterraneo del laboratorio, come metafora di una discesa nei suoi stessi desideri e inferi. “Pensaci bene. Trovami il tuo ricordo più doloroso, sgradevole, spaventoso”: è questa la ricerca che il signore Deshimaru le chiederà di fare all’interno di se stessa, facendola diventare poi totalmente vulnerabile e succube alle sue richieste.

Molte cose ci vengono svelate dalle parole sincere e candide della nostra narratrice ma soltanto alla fine, ci verrà svelato il segreto del signore Deshimaru e il finale estremo di chi, per amore, smette di essere persona per diventare  oggetto.

L'anulare Book Cover L'anulare
PBA
Yoko Ogawa. Trad. di C. Ceci
Narrativa
Adelphi
2007
103