Nato a Montichiari (BS) nel 1976, è giornalista e critico letterario. Laureato all'Università degli Studi di Parma, scrive per varie testate tra cui il Quotidiano del Sud e L’Indice dei Libri del Mese. È caporedattore del lit-blog Laboratori Poesia e collabora con Avamposto-Rivista di Poesia e il blog Brescia si legge. Ha curato gli epistolari tra Vittorio Sereni e Roberto Pazzi e tra Carlo Cassola e Angelo Gaccione. Nel 2020 ha vinto il Premio Letterario “Lago Gerundo” per la Sezione Epistolari.

Il cuore infranto della quercia

Di Federico Migliorati

Se Italo Calvino con il personaggio immaginario di Cosimo Piovasco di Rondò scelse di “abbandonare” il consesso umano per osservare la realtà in cima a un elce, nel nuovo libro di Patrizia Carrano, intellettuale prolifica con oltre venti romanzi all’attivo oltre a numerose collaborazioni con giornali, riviste, festival e a svariati lavori realizzati per la tv pubblica, è la quercia e più in generale l’ambito vegetale ed animale a forgiare l’esistenza della protagonista di nome Carlotta, traduttrice di testi naturalistici.

Sapiente interprete dell’amore per tutte le forme viventi, impegnata nel corso del tempo a promuovere un diverso approccio dell’essere umano verso ciò che gli sta attorno, amica tra gli altri dell’etologo Luigi Boitani, la scrittrice romana affabula il lettore con un registro linguistico attento all’essenziale, dal marcato accento ambientalista. In esso si mescolano sentimenti e scelte di vita, scoramenti e coraggio, azioni sbagliate e sacrifici assunti, il tutto dispiegato tramite un plot narrativo dove si muovono personaggi dalla forte caratterizzazione.

Carlotta è il soggetto principale attorno a cui ruota tutta la storia nella quale si rinvengono tracce autobiografiche e suddivisa in quattro capitoli (Il tempo delle foglie, Il tempo della carne, Il tempo delle pietre, Il tempo delle nubi). È lei che deve affrontare fin dall’infanzia un’esistenza tutt’altro che semplice, tra genitori poco presenti (il padre è tipografo e muore anzitempo, la madre, insegnante, verrà accudita nell’ultimo tratto terreno nonostante forti e costanti divergenze) e un fratello, Luca, che darà parecchi grattacapi all’intera famiglia. Il romanzo vive di frequenti salti nel passato collegando fatti e personaggi nel loro divenire e nell’origine di certe azioni, un flash back accattivante e incisivo tramite il quale si è condotti a più riprese sui luoghi degli accadimenti. In tutto ciò il mondo dei non umani assume un peso e una presenza precipui a partire dalla quercia citata nel titolo a cui Carlotta si affezionerà, nel vero senso della parola, arrivando a “rivelarle” i propri segreti, confessandole le difficoltà di una quotidianità avara di soddisfazioni. Tutto ciò fino a quando, un giorno, la maestosa pianta viene tagliata, in spregio al suo valore e così tutto si complica con la protagonista che si trova ad affrontare la “sindrome del cuore infranto”, una condizione improvvisa e acuta di insufficienza cardiaca insorgente soprattutto in conseguenza di stress. Così, costretta in una camera di ospedale in una situazione che inizialmente avrebbe voluto evitare, riflette sulla propria vita, sulle scelte compiute, sulle battaglie intraprese, sugli amori svaniti, sul tempo che ancora rimane da sfruttare appieno. Riemergono in tal modo periodi indimenticabili come i tre anni trascorsi in gioventù sui monti Sibillini a contatto con i lupi, lontano dalle comodità ma che si riveleranno un’esperienza utile non solo per comprendere l’importanza della salvaguardia di questi canidi a rischio di estinzione, ma altresì per stringere amicizie e intessere legami destinati a segnare la sua vita. Carlotta, da persona insicura, incerta, timida, essenzialmente solitaria, acquisisce vieppiù sicurezza e capacità di discernimento riuscendo a superare gli ostacoli che il destino le ha posto davanti grazie al coraggio che riesce a scoprire dentro sé. Ed è proprio ritrovando il coraggio, pur con tutte le fragilità, che capirà il valore di quell’ormai improcrastinabile “rivoluzione interiore” da compiere: il soggiorno forzato nel luogo di cura viene così a rappresentare una cesura tra un prima e un dopo, tra un tempo da lasciare alle spalle e una rinnovata esistenza, a contatto con quella natura che non abbandona e che ancora una volta la attende per “curare” le ferite sanguinanti di un’anima. Un romanzo che riporta l’attenzione sull’ambiente in cui siamo immersi, in questo tempo distopico, per non dimenticare quelle forme di vita (tutte le forme di vita) a cui troppo spesso non badiamo o che danneggiamo finendo così, in ultima analisi, per fare del male soprattutto a noi stessi.

Il cuore infranto della quercia Book Cover Il cuore infranto della quercia
Patrizia Carrano
Letteratura
Aboca
2025
227 p., brossura