Nasce ad Arezzo, ma il suo fare inquieto lo porta ad animare la sua vita, partecipando attivamente alla formazione di gruppi Teatrali. Fin da subito inizia a scrivere Poesie, testi brevi e succulenti, niente intellettualismi, solo parole che arrivano dritte al cuore e scuotono cervelli addormentati, quelle sue liriche lo portano a collaborare per dieci anni in un gruppo punk di matrice Clash/ana. Con questo gruppo De Corto, un omaggio al grande navigatore, disegnato da Ugo Pratt, va in giro in lungo e in largo negli anni 80/90, in concomitanza, creava programmi e li conduci nelle radio locali di zona, e partecipava a Reading di poesia dove lo chiamavano insieme all’amico che fu Atro Vitelli, cantante degli Skiantos, una volta era conoscente anche di Marcello Fois, ma poi si è sfumata nel tempo l’amicizia; chi sa se prima o poi questa amicizia si riallaccerà in maniera sincera e più forte di prima. Negli ultimi anni, si dedica solo ed esclusivamente alla scrittura e solo dopo varie prove arrivato a riscrivere il suo primo romanzo.

Abbacare

Di Stefano Cesari

Brucia, brucia la cenere.

Si fa polvere ma non vola,

arde di un colore che non teme

il confronto con il tempo.


Dal cielo piovono chiodi

Io con il martello

Cerco di fissare le immagini


Vorrei che le urla

Fossero lavate dalla pioggia,

per sentirne la melodia

ed esserne cullato.


Gli animali si sono fermati ad ascoltare,

si sono messi ad annusare,

volevano capire

se potevano trovare in me

il rifugio perduto.


Ho un cuore Pieno di pugnali.

Sanguinerò quanto basta

Per aiutare la mia ignoranza.


I figli insegnano

Il brulichio della crescita.

Il loro insieme è movimento.

Le urla serrano verso l’uscita

Per dare forma allo stupore.

L’immagine di copertina è Van Gogh, Campo di grano con volo di corvi. Immagine presa da artefair.it