Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

Dove qualcosa manca il passato ritorna

Di Geraldine Meyer

Un paesino delle Prealpi venete. Anno 1958. Sono gli anni del miracolo economico. Gli anni in cui ilpaese sembra essersi “ricostruito” dopo le tragedie della II Guerra Mondiale.. Gli strascichi ci sono ancora ma sembrano (sembrano) diluirsi in rancori e in guareschiane scaramucce tra DC e PCI. Caterina e Pietro, nel 1958, gestiscono uno di quegli empori di una volta, dei paesi, in cui si trovava tutto, soprattutto le dinamiche umane e sociali.

Quattordici anni separano quell’anno dal 1944, forse il vertice terribile della guerra. Caterina in quei tempi faceva parte della Resistenza insieme al fratello Carlo e alla sorella Emma. Anni dolorosi, dal punto di vista storico e dal punto di vista personale per i tre fratelli. Un periodo passato ma non concluso. Segreti, cose non dette che sono il terreno più fertile proprio per il ritorno di quel passato. Che in questo Dove qualcosa manca assume le sembianze di Matthias Rubl, ex tenente della Wehrmach che, all’improvviso, compare armato della sua macchina fotografica. E quel ritorno scompagina le carte. Del paese e della vita dei protagonisti.

Quel ritorno ha la forza dirompente del non detto che torna a galla con il suo armamentario di sopsetti, equivoci e scompigli.

Francesca Zanette imbastisce una storia avanti e indietro nel tempo, tra quel 1958 e quel 1944 e viceversa. Con una trama che tra passato e presente ricostruisce una parte delle vicende del nostro paese, facendole riverberare sul presente dei protagonisti. Cosa è accaduto nel 1944 a quei ragazzi? Cosa ha dovuto fare Caterina e come è morta Emma? Un groviglio di storie personali che si intrecciano con la storia grande in un gioco di inevitabili nodi. Perché è questa che sembra volerci dire l’autrice. Un invito a non dimenticare mai che dietro gli avvenimenti tragici di un’epoca ci sono vite individuali che, pur non finendo nei libri di storia, sono la materia di quella stessa storia.

E sono materia, in questo caso, di una matassa che si aggroviglia proprio attorno a ciò che non è stato detto e raccontato, attorno a ciò che ha continuato a essere dolore carsico. Che prima o poi sale in superficie.

Dove qualcosa manca sono le parole del titolo ma sono anche la metafora di quei pezzi mancanti, di quei pertugi attraverso i quali il passato entra come un vento freddo e tempestoso.

Dove qualcosa manca Book Cover Dove qualcosa manca
I Superflui
Francesca Zanette. Curatore Valerio Valentini
Romanzo
Readforblind
2022
234 p., brossura