Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

Una tratta ferroviaria che riapre è un atto di civiltà

Di Geraldine Meyer

Per una comunità c’è una sola cosa più triste della chiusura di una scuola ed è la chiusura di una linea ferroviaria. Con tutto ciò che questo comporta. Se l’affermazione vi sembra un po’ azzardata, se vi sembra difficile comprendere quali siano i legami tra questi due luoghi di aggregazione, così diversi eppure così simili, allora dovete proprio leggere questo Con l’eco dei treni. A piedi in Friuli sulla strada ferrata. Il libro, pubblicato da Andrea Pacilli Editore e scritto Collettivo ViaggiLenti (due amici, Giuliano e Claudio). Un libro di viaggio, certo, ma ancor più un libro che racconta di una battaglia di civiltà.

Veniamo ai fatti. Siamo in Friuli dove, tra il 2012 e il 2018 i 74 chilometri della tratta ferroviaria Pedemontana, che univano Sacile a Gemona, vengono chiusi. La motivazione ufficiale, tanto pretestuosa quanto debole, è lo smottamento che ne aveva minato alcuni tratti. La situazione appare subito meno grave di quanto dipinta, facendo entrare in gioco le reali motivazioni economiche che, purtroppo, stanno portando inarrestabilmente anche alla chiusura di altre tratte ferroviarie. Si calcola, a dircelo gli stessi autori del libro, che solo nei cinque anni tra 2010 e 2015 siano state dieci le linee secondarie chiuse, cioè l’equivalente di mille chilometri di strade ferrate sottratte alla comunità.

Questo libro è il racconto del viaggio a piedi, sulle traversine della ferrovia, che i due amici intrapresero nel 2015 per sensibilizzare opinione pubblica e autorità politiche sull’importanza di riaprire quella tratta e, più in generale, su cosa rappresenti una ferrovia per le comunità meno centrali. Sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sociale. Le ferrovie dismesse sono un vero e proprio patrimonio, vittime di una mentalità che tutto riduce a calcolo economico, a profitto. In una spregevole contabilità che sottrae un servizio pubblico per aggiungerlo alle tacche del guadagno privato.

I 74 chilometri di camminata diventano l’occasione per incontri, ricordi, condivisione di battaglie e buone pratiche. I due ragazzi, sul loro cammino, troveranno uomini e donne che quella tratta ferroviaria l’hanno vissuta, come passeggeri, come lavoratori, come emigranti che lasciavano il povero Friuli per tentare la sorte altrove.

La Pedemontana, in questo bel libro, molto molto politico (nel senso più alto e nobile del termine) diviene emblema e simbolo della sciagurata politica dei trasporti del nostro paese, chino agli interessi della gomma e di quel malinteso senso della velocità che tanto velocemente, appunto, ci ha portato a sbattere contro un ridicolo paradosso.

Una tratta ferroviaria che chiude, sono posti di lavoro persi, sono ragazzi e ragazze che per andare a scuola devono intasare il già congestionato traffico su ruote, sono uomini e donne costretti a districarsi tra folli viaggi per raggiungere le loro mete. Senza considerare le positive ricadute economiche che le ferrovie secondarie possono portare con sé. Per i territori che attraversano.

Con l’eco dei treni è dunque il racconto di un lento viaggio a piedi ma ancor più il racconto di una battaglia che è diventata battaglia corale, dei cittadini dei comuni posti lungo la linea, dei sindaci, di comitati e associazioni che si sono riunite per riaprire quella che è una vera e propria vena che porta ossigeno. Perché questo è una ferrovia.

Tra caselli abbandonati, caselli trasformati in piccole abitazioni, paesaggi mozzafiato, stazioni e binari ricoperti dalla vegetazione che ne ha ripreso possesso, i 74 chilometri di camminata si trasformano in avventura, in memoria, in progettazione, fantasia e visione. Fino alla fine, vittoriosa, della battaglia che porta FS e autorità politiche a riaprire la Pedemontana. Travolti da quell’entusiasmo partito dal basso. Perché davvero una liena ferroviaria che riapre è un atto di civiltà. È un filo che rimette in moto piccoli paesi, piccole cittadine. È un atto di rispetto comunitario contro quella parcellizzazione autistica a cui ci costringe il viaggio su ruote.

Il libro è arricchito da fotografie che sottolineano tutta la poesia dei binari.

Con l'eco dei treni. A piedi in Friuli sulla strada ferrata Book Cover Con l'eco dei treni. A piedi in Friuli sulla strada ferrata
Collettivo ViaggiLenti
Viaggi
Andrea Pacilli Editore
2019
139 p., brossura