Laura Vargiu è nata a Iglesias, nel sud della Sardegna. Laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Cagliari con una tesi in Storia e istituzioni del mondo musulmano, è presente con poesie e racconti in diverse raccolte antologiche nazionali. Vincitrice del Premio Letterario “La Mole” di Torino nel 2013 e autrice di alcune pubblicazioni di poesia e prosa, tra cui “Il cane Comunista e altri racconti” (L'ArgoLibro Editore), fa parte della redazione della rivista di poesia e critica letteraria “Nuova Euterpe” e della giuria di alcuni concorsi letterari.

Chiudere il cerchio

Di Laura Vargiu

Titolo assai curioso, questo che accompagna uno dei romanzi dell’autrice italo-bosniaca Elvira Mujčić. Sembrerebbe evocare lo spettro infame del nostro ventennio o, quanto meno, qualche spedizione punitiva dell’epoca bellica. Anche se – per citare Primo Levi – “guerra è sempre”, niente di tutto questo.

Pubblicato qualche anno fa da Elliot Edizioni, Dieci prugne ai fascisti racconta una storia che commuove e diverte allo stesso tempo, ricca di ricordi familiari, nonché di personaggi che s’impara a conoscere e a cui a poco a poco ci si affeziona. Attraverso un io narrante particolarmente spontaneo e coinvolgente, ci si ritrova a seguire le vicende della famiglia di Lania, tra inevitabili battibecchi e discussioni immancabili in tutte le famiglie, ancor prima della improvvisa dipartita della nonna Nana, la quale, in vita, aveva espresso il desiderio di essere sepolta nella propria terra d’origine.

Figura carismatica e colonna portante di questa famiglia giunta in Italia dalla Bosnia a seguito del disastroso conflitto balcanico degli anni Novanta, l’anziana donna si rivela, nonostante la trama del libro ruoti attorno all’organizzazione del suo funerale, il personaggio più vivo e vivace di tutta la narrazione. È Nana, infatti, la depositaria di memorie preziose, colei che è sopravvissuta al dolore per la morte, a causa della guerra, di due figli rimasti privi di sepoltura, persino a un divorzio insolitamente tardivo; il suo strenuo attaccamento alla terra evoca una circolarità che trasuda dolore, ma forse necessaria: “essere sul luogo dove tutto ebbe inizio, accogliendone la fine” diviene essenziale affinché la vita abbia un senso. Per chi è giovane, naturalmente, quel senso è difficile da comprendere appieno.

“[…] Non sapevo cosa pensare: era meglio andare, correre, non tornare mai indietro, attendere la fine lontano da dove si è venuti alla luce? Oppure faceva bene chiudere il cerchio, ritornando? […]”

Rispettando però l’ultima volontà di Nana, la figlia e i nipoti si attivano in modo tale da organizzare per lei l’estremo viaggio che diventerà, per tutti loro, occasione per un ritorno in patria non poi così semplice sotto più di un aspetto. Riuscirà il feretro, infine, a giungere a destinazione?

 È bella, davvero molto bella la scrittura della Mujčić (che avevo già avuto modo di apprezzare nel più recente “Consigli per essere un buon immigrato”, Elliot Edizioni, 2019), mai piatta né banale, sempre pronta a cogliere quella sottile ironia che la vita ci offre nelle più svariate circostanze, carica dei “fantasmi di una tragedia, quella dei Balcani, le cui ferite sono ancora aperte”, come recita la motivazione del Premio Anima per la Letteratura – XVa edizione – di cui è stato insignito il libro nel 2016.

Così come è molto bella la storia che viene proposta in queste pagine, dove realtà e finzione letteraria inevitabilmente s’intrecciano inquadrando temi che, alla luce della stessa vicenda familiare della scrittrice, vanno da quello delle radici a quelli della multiculturalità e dell’immigrazione in un Paese straniero sentito come proprio. Un romanzo in cui i fascisti (o presunti tali) richiamati dal titolo non sono altro che ragazzotti canterini, capitati chissà come tanto tempo addietro nel più sperduto villaggio bosniaco, ai quali dar da mangiare e da cui magari imparare a contare fino a dieci in lingua italiana; un romanzo dove la felicità può consistere nello sventolare all’improvviso una vecchia bandiera ormai fuori moda o esplodere, incredibilmente, persino alla vista di un carro funebre. Da leggere!

Dieci prugne ai fascisti Book Cover Dieci prugne ai fascisti
Elvira Mujicic.
Narrativa
Elliot
2016
152 p., brossura