Anita Mancia, nata a Roma, ha lavorato 20 anni presso l'Istituto Storico della Compagnia di Gesù come assistente bibliotecaria ed Archivista. Ha collaborato con la rivista storica dell'Istituto con articoli sulla Ratio Studiorum, la pedagogia dei gesuiti, i gesuiti presi prigionieri dai pirati e recensioni. Presso l'editore Campanotto di Udine nel 2007 ha pubblicato un volumetto di poesie.

Il pozzo di Regina Ezera

Di Anita Mancia

Questo Il pozzo, pubblicato da Iperborea, è un libro a quattro mani: quelle dell’autrice, Regina Ezera (che non è il suo vero cognome, ma uno pseudonimo da ezers, che in lettone significa Lago, perchè la scrittrice desiderava abitare nei pressi di un lago, come infatti accadde) e quelle della traduttrice e autrice della post-fazione, Margherita Carbonaro, di madre lettone. La postfazione ci dice che il libro nasce da un amore non corrisposto fra Regina e lo scrittore omosessuale Gunars Priede (1928-2000) quasi coetaneo di Regina (1930-2002).

Piuttosto che pubblicare un carteggio, egli invitò la scrittrice a scrivere le sue opere letterarie. Di qui nasce appunto Il pozzo, scritto nel 1972 che ottenne nello stesso anno il Premio Statale della Repubblica Sovietica di Lettonia. 

Regina Ezera (Foto da iperborea.com)

Rudolfs, un medico, conosce la famiglia Tomariņi recandosi a quella casa, casa Tomariņi, per prendere una barca in prestito, dato che quella di Gobas è fuori uso. A casa Tomariņi fa conoscenza di Laura, moglie di Ričs che è in prigione per aver assassinato un uomo, dei figli piccoli di Laura, Māris e Zaiga, di Alvīne, madre di Ričs e di sua figlia Vija. Rudolfs si innamora di Laura, dal carattere profondo come il lago, che nel testo viene chiamato la Biscia, una figura naturale simbolo della mitologia lettone, che ha bisogno dell’acqua per vivere.

Difficile dire se Laura riami Rudolfs, perchè in realtà si incontra con lui varie volte, ne è attratta ma poi lo respinge. Laura infatti ama il marito assassino e sente di avere doveri di moglie verso Ričs, che sta finendo di scontare la pena in carcere. La trama del libro è in sè molto semplice: un amore impossibile, ma i pregi sono tre: il ruolo della natura come anticipatrice, presaga dei sentimenti umani, forza che domina e regola il mondo umano e animale, che pure ne è parte; la bellezza e la semplicità dei dialoghi e la finezza nel rendere il mondo puro dei fanciulli e della stessa Laura che ha una sua purezza, benchè adulta; l’introspezione psicologica che, unendosi alla forza della natura ed al silenzio che abita il mondo intorno al lago rende questo libro profondo e pieno di grazia. Un certo interesse storico per la vita nell’Unione Sovietica tra gli anni sessanta e l’inizio dei settanta (i riferimenti alla vita nella campagna ed all’educazione delle giovani generazioni) completano il quadro. Un libro pertanto affascinante nel suo nitore e nella sua purezza. In alcuni tratti ricorda gli interni olandesi o quelli danesi di fine ottocento in pittura e per la caratterizzazione psicologica ha echi cechoviani.

Il pozzo Book Cover Il pozzo
Regina Ezera. Cura e trad. di Margherita Carbonaro
Letteratura
Iperborea
2019
352 p., brossura