Salite in soffitta e riaprite quel vecchio armadio tarlato. Fatevi crescere i capelli almeno fino al colletto del chiodo. Radunate i nipoti, disponeteli in cerchio e assicuratevi (con le buone e con le cattive) che rimangano in religioso silenzio. Scendete in strada e andate a comperare un pacco di pile ciccione. Tornate – per qualche ora, se vi riesce – a vivere e a respirare.
Siete pronti? Bene. È giunto il momento di prendere in mano “Rumore, sudore e vecchie cassette“. Sottotitolo: “Viterbo e il rock ad alto volume“.
Signori, siamo dinnanzi alla bibbia del rock Made in Tuscia. Abbiatene cura. Trattatela bene. E spolveratela spesso.

Quanto materiale può produrre una provincia così piccola, sfigata ed immobile, in meno di quarant’anni? Quanti musicisti hanno inciso qualcosa di significativo in carriera? Quanti album, cassette, e vinili hanno plasmato l’assetto socio-culturale viterbese, prima dell’avvento del glaciale e distruttivo “click” internettiano?
Zero, si direbbe. Il nulla cosmico. Considerando l’attuale panorama su pentagramma e la piattezza globale che fagocita tanto i professionisti quanto le mezze seghe.
Molto, invece. Anzi, moltissimo. Viene da ribattere dopo aver letto, divorato, le 202 pagine del sopracitato e neopartorito libro enciclopedico.


Daniele Guglielmi

Il maniacale lavoro di ricerca dell’autore, Daniele Guglielmi (che in 15 giorni ha sfornato un capolavoro e pure un figlio, per non farsi mancare nulla) ha portato lo stesso ad una nemmeno troppo dolorosa scelta a monte: dove mettere uno stop? Quale comparto approfondire e quali altri tralasciare? Questi li mollo o li tiro dentro?
Ci sono volute diverse notti insonni, una montagna di sigarette e due anni di studi per arrivare al dunque. Ma alla fine si è giunti finalmente a destinazione. Al capolinea. Quel folle di Guglielmi ha creato un contenitore ad hoc, denominato “rock ad alto volume”. Togliendo il tappo ne escono più di settanta band. Sì, 70 (che a numero si capisce meglio). Suddivise in “Duri e potenti“, “Violenti, estremi e d’avanguardia“, “Alternativi, indipendenti e di frontiera“.

Se si pensa che ogni gruppo ha in se almeno quattro musicisti, si scopre rapidamente che la Tuscia ha donato al mondo delle note oltre 300 sgalerati in appena quattro decadi. Allucinante. Una vera e propria epopea. Una lunga parentesi mai tramontata, al massimo parcheggiata in un angolo. Ma sempre di moda. Attuale.
L’autore ha trascritto e consegnato ai posteri una pagina fondamentale di cultura popolare. “Rumore, sudore e vecchie cassette” è un libro che ogni persona, soprattutto quelli che suonano e ancor più quelli che non hanno mai annusato un disco appena stampato, dovrebbero leggere la mattina appena svegli.
La grafica è accattivante. La copertina sporca quanto basta. Tra foto, locandine, copertine e grafiche si possono contare più di cento immagini. Cassette, cd, singoli, demo e vinili, chiudono la monumentale discografia allegata.
Il prezzo è giusto, come diceva quella. Quindici euro sono soldi spesi bene per il suddetto prodotto. E complimenti alla casa editrice Sette Città che ancora una volta ha investito tempo e risorse in qualcosa di utile.
Accaparratevelo.

Salut, dinero y amor
Carmine Quirico

Rumore, sudore e vecchie cassette. Viterbo e il rock ad alto volume Book Cover Rumore, sudore e vecchie cassette. Viterbo e il rock ad alto volume
Daniele Guglielmi
Musica
Sette Città
2018
202