Giuseppe Di Matteo è giornalista a Telenorba e collabora con la Gazzetta del Mezzogiorno. Il suo percorso di studi lo ha portato a frequentare l'Università La Sapienza di Roma dove si è laureato in storia. Ha studiato anche presso la Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia. Nel suo curriculum anche un'esperienza londinese presso Birkbeck Univerity London. Collabora con il blog letterario di Nicola Vacca Zonadidisagio.wordpress.com

Pubblichiamo alcune poesie di Giuseppe Di Matteo, tratte dalla sua raccolta di versi Con te io penso con le mani, Aletti Editore

“La vita ha condotto il nostro, prima per motivi di studio e poi di professione, a vivere lontano dalla sua terra, l’amatissima Puglia. […] E questo suo essere “errante, sradicato”, ramingo crea in lui un cortocircuito fertile di parole, un’inclusione e una esclusione nei e dai posti in cui è andato a vivere. Accade che questi luoghi diventino ragione e sentimento, accettazione e rimpianto. Anche amando Milano o Roma o Londra o Bogotà, egli avverte improvvisamente di essere “uomo in esilio”. E il richiamo del “suolo natio” lo riconnette alle radici, perché partire per lui vuol dire tornare a “quel mare e a quella terra rossa”, anche se ha perso la speranza di trovare “un posto dove stare”
Dalla prefazione al volume, scritta da Lizia De Leo

Profumo di casa
La Puglia è un grande giocatore.
Di tacco si diletta,
canta in rima
con la lingua degli ulivi.

Stanze
Vecchia tra i giovani,
ma è solo un’impressione

Urli silenzio
Sola di compagnie

Dita perlate tra i peccati
di uomini imberbi
tronfi di arroganza
senza rughe.

Parole naufraghe,
Sa di vecchio
quel giovanilismo
che non trovi tra le stanze.

Senza Patria
È forte l’odore della pioggia
in questa Patria mai avuta.

Sedie vuote
gli spazi si dilatano

sa di occasione persa
questo odore acre
di acqua solida
impercettibile matassa
di pezzi sfatti vissuto

bambino nel microcosmo
di un’illusione

ora uomo in esilio
di sentimenti
che tornano a casa.

Mai più
L’arroganza
dei fascisti
si allunga
con le ombre
all’ora tarda orfana di sole

La Patria
calpestata dall’infamia
mascherata
da squallida epopea
ignorerà
la memoria
delle loro tombe.

Giovinezza
Hai portato via
la mia giovinezza
col tuo peso inerte
di significanza

Ora avrai per sempre
i miei difetti
nel tuo pugno,
è questo
il mio castigo.

Pietà
Il futuro non abbocca
più
alla scorza degli uomini

che di Dio raccolgono
la copia negli spazi vuoti

e il simulacro
di sé stessi
nella tirannia dei limiti.

Aldilà
Io delle Parche
non mi curo

sul mio tracciato
di destino
ho già contemplato
la bellezza amorosa delle rughe.

Giuseppe Di Matteo

Con te io penso con le mani Book Cover Con te io penso con le mani
Giuseppe Di Matteo
Poesia
Aletti Editore
2016
166