Nato a Viterbo il 25 ottobre 1991, laureato in  lettere (Università della Tuscia) e appassionato di musica (jazz, prog, elettronica).

Esprimere pensieri sul Banco Del Mutuo Soccorso significa commentare una delle più grandiose realtà del progressive italiano.
Bene, siamo nel 1972. Italia. PFM e Banco esordiscono con due album. Oggi le band per creare un disco con dieci canzoni ci mettono più di tre anni. Prima forse si pensava di meno e si agiva di più. Fatto sta che il lavoro omonimo del Banco (reso celebre anche dall’artwork con il salvadanaio) e il successivo Darwin rappresentano perfettamente il motto “Italians do it better”.
Lo spiazzante disco d’esordio lascia sperare trionfali fasti successivi, grazie alla voce lirica carica di pathos del caro Francesco Di Giacomo e ai sublimi dialoghi di piano e synth dei fratelli Nocenzi in Metamorfosi e Il Giardino Del Mago. Con l’impegnativo e maestoso concept di “Darwin” si ripercorre l’evoluzione partendo dal caos iniziale fino all’arrivo della coscienza umana. Tutto molto suggestivo.
La formazione è composta da Francesco Di Giacomo, venuto a mancare qualche anno fa, Vittorio Nocenzi all’organo hammond e al moog, Gianni Nocenzi al pianoforte, Marcello Todaro alla chitarra, Renato D’Angelo al basso e Pierluigi Calderoni alla batteria. Il sound rimane ancorato alla base rock degli esordi, perfezionato però da innesti prog sempre più originali ed efficaci tra chitarra e tastiera. Le linee delle sei corde sono meno invasive e strutturate in modo migliore rispetto al “salvadanaio”, mentre sensazionale è il lavoro del batterista Calderoni, elemento che viene spesso dimenticato o preso poco in considerazione.
Riuscire a creare delle scenografie sonore come L’evoluzione e La conquista della posizione eretta non è roba da tutti i giorni. I riferimenti esteri possono essere rintracciabili nelle fughe pianistiche alla Emerson, ma sarebbe troppo facile fermarsi a fare paragoni. La poesia, il lirismo e il pathos che emergono dallo stile vocale di Di Giacomo fanno ripiombare davanti a noi tempi antichi, dimenticati. Si ritorna indietro, appunto, all’era primitiva, dove tutto era oscuro, inesplorato, vergine.
L’introduzione sommessa del synth che gioca a nascondino con le frasi di chitarra fa prendere forma lentamente a L’evoluzione. Si entra nel mondo del Banco fatto di immagini, visioni, profumi, sensazioni. Il caos terrificante dell’attacco iniziale de “La conquista della posizione eretta” simboleggia perfettamente l’impresa che si è fatta nel generare l’uomo e la sua forma.
La danza dei grandi rettili sospende l’atmosfera con uno strumentale jazz sinfonico, prima di affondare nelle deliranti urla del synth di “Cento mani cento occhi”. Qui, accerchiati dagli uomini primitivi, un senso di smarrimento ci assale prima di trovare la grazia, la bellezza quello vera, illimitata. Si tratta di “750000 anni fa…l’amore?”, uno dei testi più immensi della musica, roba da piangere per ore, senza sapere il perché, solo per l’anima che mostra Di Giacomo nel sussurrarci e urlarci poesie di altri universi.
Dopo aver immaginato lo scimmione impossibilitato nell’amare la donna che osserva, riflettiamo sul senso dell’esistenza con Miserere alla storia, altra scorribanda strumentale eccezionale, a tratti futuristica, che conclude questo affresco emozionante di un periodo socio culturale che spesso fa cadere una lacrimuccia di nostalgia.
La gloria del Banco non termina di certo qui. Altro grandissimo episodio è “Io sono nato libero”, concept politico, caratterizzato dalla sublime “Canto nomade di un prigioniero politico” e dalla sorella di “750000 anni fa l’amore”, ovvero la ballata incantevole di Non mi rompete. Poi, si giunge alla metà e alla fine degli anni Settanta, le mode cambiano, il prog non ha più ossigeno, e con l’avvento degli anni Ottanta ci si deve riciclare in qualche modo e in qualche cosa. Il Banco, come la PFM, non vuole scomparire, e fa presto ad adeguarsi a delle scelte che, pur essendo sempre di grande classe, possiedono inevitabilmente un valore diverso, come Moby Dick e Grande Joe.

Darwin Book Cover Darwin
Banco del Mutuo Soccorso
Progressive italiano
1972