Diploma maturità classica – Laurea in Giurisprudenza in 3 sessioni e mezza – Pratica legale – Pallavolista di successo – Manager bancario e finanziario – Critico musicale dal 1977 – 6 mesi esperienza radio settore rock inglese ed americano – Studi continuativi di criminologia ed antropologia criminale – Lettore instancabile – Amante della letteratura noir e “gialla “ – Spietato con gli insignificanti. Fabio è venuto a mancare nel maggio del 2017. Ma noi abbiamo in archivio molte sue recensioni inedite che abbiamo deciso di pubblicare perché sono davvero parte della storia della critica musicale italiana

Ancora Brian Eno! Sempre lui. Va a scoprire e produrre cinque folli mentecatti (si fa per dire!) di AKRON (OHIO) e li porta a produrre ed eseguire un disco che avrebbe fatto epoca, purtroppo non seguito da opere alla stessa altezza a parte qualcosa del secondo album, ma qui si scrive la DEVOLUZIONE, cioè il regresso della razza umana, ubriacata dalla sbornia tecnologica e lo si fa, udite udite! Nell’anno di grazia 1978! Non oggi. Questo il valore inestimabile del disco e di tutto quello che gli gravitò attorno. Domanda: “Siamo noi uomini?” Risposta: “No, noi siamo DEVO!” vale a dire, il prodotto degenerato dell’involuzione della razza umana.
Nell’album si parla (allora) di un uomo strumentalizzato da computer ed altre diavolerie (oggi, iphone, i-pad e via ad andare…) con 40 anni di anticipo. Il disco marcò la stagione post-punk. Loro avevano un look (con le divise di color giallo, occhiali “spaziali” enormi, stivali, camminata meccanizzata ecc.) da umanoidi meccanizzati, in ossequio alla loro FILOSOFIA DELLA DEVOLUZIONE e scaricavano questa rabbia ed impotenza sociale con pulsioni elettroniche e sperimentali ma sempre nel rispetto dell’anima rock. Sintetizzatori, oscillatori e chitarre elettriche, voce da mongoloide e batterie elettroniche che interagiscono; l’energia elementare e la filosofia intellettuale si intersecano in un disco “strano e nuovo” quanto esaltante e che non ha perso un briciolo di modernità quaranta anni dopo. E riescono ad essere pure orecchiabili! 12 selezioni destabilizzanti, bellissime, fin dall’iniziale “Uncontrollable urge”, cantata in un parossismo nevrastenico irresistibile. Sferzate continue di chitarra e di elettronica, con un basso pulsante ed inarrestabile. Vocine folli. Capolavoro subito. Stravolgimento totale di un brano arcinoto dei Rolling Stones “Satisfaction” in un pezzo tremolante, urgente come la necessità di fare pipì, note smozzicate e circolari: davvero qualcosa che esalta e che ti fa muovere per forza facendoti ballare… Si resta allibiti! Con tutto il rispetto, è meglio dell’originale, nettamente. Zoppica nel canto e lo fa apposta, nei ritmi è anarchica, con la nevrosi saltellante di quel genio di Mark Motersbaugh, allora secchissimo ed allucinato oggi un panciuto signore qualunque. “Praying hands” è ossessiva, implacabile nel ritmo, ipnotica, ripetitiva, un vero sconquasso per la dabbenaggine di allora e di oggi! L’uomo arretra. “Space Junk”, con questa vocina che ripete il titolo in modo metronomico, elettronica a carillon, giaculatoria implacabile. “Mongoloid”, eccolo qui l’inno di tutti noi, ridotti a povera cosa. Mito strutturato su un basso nodoso, scariche di chitarre prepotenti ed una batteria che è una serie incontenibile di frustate che non perdonano. “Jocko Homo” è robotizzata, appositamente demenziale, con vocine intollerabili, con la punteggiatura elettronica che ti penetra nel midollo. “Gut feeling” è un capolavoro ritmico così cristallino nella sua progressione interminabile, che si resta a bocca aperta. Ma come suonano! “Come back Jonee” ti riporta agli anni Cinquanta, ma ciberneticamente stravolti. Futurista galoppata nevrastenica. Synth e chitarre alle stelle. “Shrivel up” chiude questo disco straordinario, modernissimo ancora oggi. Parte con gocce elettroniche un tempo dispari da paura ed un cantato da definitivo esaurimento nervoso. Dopo questo album nulla per loro e per noi sarebbe stato più lo stesso. Pagina unica ed iconica. DEVO: HANNO GUARDATO L’ABISSO DELL’UMANITA’ E LUI HA GUARDATO LORO !

Q: Are we not men? A: We are DEVO Book Cover Q: Are we not men? A: We are DEVO
DEVO
1978