Diploma maturità classica – Laurea in Giurisprudenza in 3 sessioni e mezza – Pratica legale – Pallavolista di successo – Manager bancario e finanziario – Critico musicale dal 1977 – 6 mesi esperienza radio settore rock inglese ed americano – Studi continuativi di criminologia ed antropologia criminale – Lettore instancabile – Amante della letteratura noir e “gialla “ – Spietato con gli insignificanti. Fabio è venuto a mancare nel maggio del 2017. Ma noi abbiamo in archivio molte sue recensioni inedite che abbiamo deciso di pubblicare perché sono davvero parte della storia della critica musicale italiana

Il punk californiano è stato una realtà bellissima che, ai giorni nostri, ci ha lasciato fuoriclasse come i Social Distortion di Mike Ness ed i Bad Religion di Greg Graffin e Brett Gurewitz, musicisti ma anche produttori di altre band. Agli inizi degli Anni Ottanta, i TSOL erano una band esordiente che, nel 1981, arrivò al suo primo disco pubblicato e fu subito clamore della critica e non. “Dance with me” è illustrato da una copertina livida nei suoi colori verdognoli con la sorella di misericordia (MORTE) apparentemente in piedi e tranquilla. Parla la lingua di un punk veloce ma non durissimo nel quale trovano spazio momenti di riflessione cupa ma più distesa nella forma sonora. Loro erano, agli inizi, in quattro: Alex Morgon alla voce, Ron Emory alla chitarra, Mike Roche al basso e Francis Gerald Barnes alla batteria. Il disco è composto di 11 selezioni: “Silent scream” apre la seconda facciata del disco e ne è la selezione più rappresentativa e riuscita, assieme ad altri due brani della stessa facciata del vecchio 33 giri e ad altre tre cose sulla prima facciata, è proprio da questo brano che esce fuori quella vena intimista e sepolcrale che caratterizzava il suono della band di S. Francisco. Chitarra suonata in modo magistrale “a scalare” e voce appuntita. Suonata benissimo, convince per questa sua splendida liricità sofferente. “Died for me” non fa sconti, tempo secchissimo ma elaborazioni da grande band sopra. ll refrain resta a lungo nelle orecchie. “Dance with me” che dà il titolo all’intera raccolta, va a chiudere il disco alla grande. E’ una selezione più articolata e complessa rispetto alle precedenti e gode di un lavoro, come tutti i pezzi del disco, spettacoloso da parte della chitarra di Ron Emory, vero protagonista dell’incisione. Sul primo lato, “Sounds of laughter”, si fa apprezzare sia per il cantato che per la parte strumentale e recupera il seme del punk più schietto ed autentico. “The triangle” parte con un’evoluzione arpeggiata della solista accompagnata da un basso tenebroso che porta a sviluppare un tema più psichedelico che punk nella prosecuzione dl brano. “Code blue” è un rock secco ed affilato, fatto di composta brevità. “I’m tired of life” è una confessione abbastanza amara e triste, se la si pensa composta da giovanissimi come i componenti della band erano. Insomma, alla fine, questa resta una delle prove più riuscite del punk californiano, all’altezza di alcune delle pagine migliori delle band più celebrate del settore. TSOL: un sound libero di volare alto.

Dance with me Book Cover Dance with me
T.S.O.L
Punk
1981