Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

Ecco finalmente ripubblicato uno dei romanzi più vecchi di Georges Simenon. Adelphi ha riportato sul mercato un titolo pubblicato in Italia nel 1934 da Mondadori dopo essere apparso, in lingua originale, nel 1930. Les passeger du Polarlys, questo il titolo francese, rappresentò un po’ una svolta per Simenon che, solo tra il 1925 e il 1930, aveva scritto circa 170 romanzi (decisamente commerciali) sotto diversi pseudonimi. Con questo libro invece, oltre ad avere raccolto molti consensi tra i lettori, Simenon sembra trovare la voce e la cifra a cui ci ha abituati.
Siamo davvero davanti ad un libro in cui è possibile rintracciare alcune delle più importanti caratteristiche della scrittura e della stilistica dell’autore belga che pare funzionare come un microscopio, per poi allargarsi in una visuale più ampia, con ritmi ora lenti, ora sincopati e, ad un certo punto, con improvvise accelerazioni. Anche in questo libro Simenon ci fa entrare subito nel clima della storia, senza perdersi in rallentamenti narrativi atti ad aumentare la suspance. Simenon non ne ha bisogno, confermando che sono altri i registri su cui fa lavorare l’elemento giallo dei suoi testi. In questo libro è lo stesso elemento scelto come ambientazione a farci capire, subito, che succederà qualcosa. Una nave è, infatti, qualcosa che si presta assai bene a fare da cornice a storie in cui forte è la componente diciamo così, giallistico-investigativa. Forse il lato claustrofobico, la convivenza forzata, lo spazio relativamente limitato, sono ciò che di meglio la letteratura offre per raccontare un certo tipo di storie. Se poi vi si aggiunge la maestria e l’indubbia capacità di guardare e raccontare l’ambiguità degli esseri umani (che Simenon ha avuto fin dai suoi esordi) ecco che non può che uscirne qualcosa di molto forte.
Siamo a bordo del Polarlys che, da molti anni, attraversa le acque tra Amburgo e la Norvegia sotto la guida del capitano Petersen. L’esperienza e la particolare sensibilità della gente di mare fanno sì che, immediatamente, il capitano capisca ancor prima della partenza, che quel viaggio non sarà come tutti gli altri. E Simenon ce lo dice subito. Eppure questa anticipazione che è anche, un po’ una sorta di svelamento, nulla toglie alla tensione dell’intreccio. Al centro del romanzo possiamo dire che ci sia l’insolito, in tutte le sue sfumature. Quell’insolito che, anche senza palesarsi in toto, ci fa sentire che qualcosa di diverso si sta insinuando in una tranquillizzante e collaudata normalità. Insolito come il giovane olandese che Petersen si vede praticamente imposto dalla compagnia di navigazione come terzo ufficiale. Insolito come quel vagabondo che, a causa della improvvisa malattia del carbonaio di bordo, viene imbarcato per sostituirlo. Insolito come lei, Katia, una figura inquietante, provocante e ingenua al contempo, che tormenterà non poco il capitano. Vorrei soffermarmi un attimo su questo personaggio perché, credo, metta in luce un elemento della scrittura di Simenon, che merita un’attenzione particolare: l’estrema sensualità. E non c’è bisogno di andare a pescare nella biografia dello scrittore per capire come, per lui, la figura femminile sia un elemento di potenti fantasie. Vi sono righe in cui il turbamento del capitano nel trovarsi vicino a questa donna toccano punte sublimi di seduzione. Non tanto tra il capitano e la passeggera ma tra Simenon e il lettore.
Seduzione che non manca mai, neanche nelle parti del libro più gialle, diciamo così. Parti in cui è proprio l’ambiente chiuso della nave e la figura del capitano costretto a improvvisarsi detective a funzionare come un teatro in cui la sensualità ha una parte tutt’altro che secondaria, amplificata dalla inevitabile tensione. Credo che pochi, come Simenon, abbiano così elegantemente giocato con questa mescolanza di registri (per lui di scrittura, per chi legge ovviamente di lettura).
Non starò, ovviamente, ad anticiparvi nulla di più della trama, trattandosi comunque di un libro in cui c’è un omicidio, un furto e non poche ambiguità. Ma vorrei solo suggerirvi di fare attenzione ai diversi personaggi. Non ve n’è nessuna che possa dirsi secondario e nessuno che possa dirsi davvero personaggio principale. Tutti si muovono, con la loro complessità psicologica, quasi sullo stesso piano. E questo perché, qui come in altri testi, Simenon è bravissimo a mettere in primo piano la storia. Che diventa predominante rispetto ai personaggi. Che non perdono però di importanza e spessore, delineati e raccontati come sono da Simenon, sublime nella precisione delle descrizioni. Tanto più precisa quanto più fatta di poche e incisive parole e immagini. E tutto attorno il mare, il freddo, la neve dei monti intravisti nella notte, il ghiaccio nei porti di attracco. Un mondo freddo e quasi sempre grigio che fa da perfetto specchio scenografico al clima teso e ambiguo che si va creando a bordo. Una nave in cui succede qualcosa fin dall’inizio, prima ancora che accada. E il lettore lo sa ma non riesce a smettere di leggere. Anche in questo libro, come in altri di Simenon, una delle armi più potenti dello scrittore è la sua capacità di far sentire il lettore come se stesso scoprendo la trama nello stesso momento in cui la scopre lo scrittore stesso. E questa complicità è, a mio avviso, uno degli elementi più interessanti di questo bellissimo libro.

Il passeggero del Polarlys Book Cover Il passeggero del Polarlys
BA 653
Georges Simenon
Adelphi
2016