Laureato e specializzato in storia dell’arte all’università degli studi della Tuscia. Dopo aver discusso due tesi di laurea su Andrea Pazienza continua lo studio dell’artista realizzando il lavoro di riordino e di digitalizzazione dell’archivio e curandone la mostra “Segni Preliminari”. Cura la rubrica Fumo negli occhi. “Recensioni critiche” di graphic novel. Le recensioni vengono pubblicate su Move magazine sulla pagina Facebook Fumo negli occhi e su Fandangoeditore.it. Direttore artistico di una sezione del Festival Caffeina e assistente alla direzione artistica di Quartieri dell'Arte.

E’ mia opinione che Gian Alfonso Pacinotti in arte Gipi è dal 2003 il più grande autore di fumetti del pianeta.
Si occupa anche di cinema (L’ultimo terrestre), videoclip (la Cena dei Massimo Volume), lunghi e cortometraggi con buoni risultati.
Nel 2005 pubblica “Questa è la stanza” per la Coconino press di Igort.
Il contesto è quello tipico dell’immaginario di GIPI, la provincia italiana, sfondo realistico/poetico delle vicende di 4 ragazzi che condividono la passione della musica: Alex (batteria), Stefano (voce), Alberto (basso) e Giuliano (chitarra e “voce fuori campo”).
Forzando un poco l’analisi, il vero protagonista del fumetto non è Giuliano ma la musica. È grazie a questa che la storia ha ragione di essere, i 4 giovani sono semmai coprotagonisti della comune passione che anima le loro vite altrimenti scialbe e borderline, di provincia. Gipi attinge, elaborandole, alle sue esperienze personali, anch’egli infatti ha suonato il basso in una rock-band di provincia quando era ragazzo. E’ anche per questo che le atmosfere le dinamiche di gruppo risultano così “credibili”, come fossero raccontate di prima mano, da dentro. Fumetto e musica non sono mai stati così vicini, due linguaggi così distanti trovano in queste pagine un respiro comune. La narrazione è scansionata in 5 capitoli che Gipi chiama canzoni. 5 sono le canzoni che i ragazzi hanno intenzione di incidere per farne la loro demo. I primi 3 capitoli, oltre ad introdurre la vicenda e dare profondità ai personaggi, si risolvono esplicitando la loro natura di premessa alle tre canzoni che i ragazzi riescono ad incidere. Memorabili le tavole finali di questi 3 capitoli in cui i 4 scalmanati si dimenano nel “frastuono silenzioso” delle loro performance hardcore. Sono pagine paradossalmente prive di testo e di ogni riferimento grafico/didascalico alla musica. Eppure l’incanto si realizza proprio grazie a questo “evitare ogni ridondanza”.
Le ultime due canzoni non vengono incise perché nel frattempo la realtà è “entrata” nella sala prove alterandone la magia. Giustamente la narrazione paga dazio alle esigenze dell’intreccio e la vicenda riesce a risolversi negli ultimi due capitoli senza tradire lo schema. La quarta canzone è il silenzio che abiterà la stanza destinata a svuotarsi dopo che i ragazzi l’hanno combinata grossa. La quinta è una canzone ancora da scrivere, da suonare a 3000 watt nella nuova stanza.
Un’opera importante per la storia del fumetto e per la vita di Gianni Pacinotti perché scritta appena dopo la morte del padre Sergio (a cui dedicherà un altro capolavoro “S.”), evento che lo segna profondamente come lui stesso ebbe a dire nel Settembre 2005:
“[…]Questa è la stanza[…]Racconta delle vicende in un gruppo di ragazzi che hanno una band. Un gruppo, come quello in cui ho suonato (male) per tanti anni, da ragazzo.
La notte in cui è morto mio padre io ero naturalmente sveglio. Ero a casa dei miei genitori.
Esco fuori, sul terrazzino, sono le sei e mezza, credo. C’è il sole che nasce. Le case cominciano a schiarirsi. il cielo è giallo. E’ l’alba del giorno dopo la morte di mio padre.
Io resto lì. Guardo la luce che arriva e sobbalzo. Sono stupito. Sono sinceramente stupito che torni a fare giorno. Ero sicuro (senza pensarci, ma ero sicuro, vi giuro) che sarebbe rimasta notte per sempre. Invece torna il giorno: nel giardino dei miei genitori ci sono i soliti merli, maschi e femmine, che scendono a farsi la corte.
Banalità: è la vita che continua. E continua subito , inarrestabile, incurante di tutti i dolori, non fa un attimo di pausa. Torna la fame, torna la sete, la voglia di riposarsi, di lavorare, di perdere tempo, di disegnare, di baciarsi.
E’ di questo continuare a vivere che parlerà il libro. Del modo in cui le cose vanno avanti e della contrapposizione, che io avverto ora continua, dentro e fuori di me, tra la tensione alla vita e la tendenza alla morte[…]”.

Questa è la stanza Book Cover Questa è la stanza
Coconino cult
Gipi
Fumetti - Fumetti
Coconino Press
2006
brossura
118
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