Matteo Sanfilippo (Firenze 1956) insegna Storia moderna all'Università della Tuscia e si occupa delle migrazioni di persone, idee e istituzioni fra Nuovo e Vecchio Mondo. Co-dirige l'Archivio storico dell'emigrazione italiana e ha pubblicato nel 2015 Nuovi problemi di storia dell'emigrazione italiana.

John F. Kennedy è ancora oggi uno dei presidenti degli Stati Uniti più ricordati. In particolare il grande pubblico ha più volte mostrato di ritenerlo ancora oggi il presidente che il Paese dovrebbe avere. Al contrario gli storici e i politologi non sono così innamorati del personaggio, che quotano in genere abbastanza bene, in genere fra i primi 10-15 presidenti, sui 44 succedutisi sinora. Di fronte a questi dati e soprattutto al loro divergere, Uellenberg, docente di Studi americani a Düsseldorf, si è chiesto che posto abbia avuto JFK nelle patrie lettere: un presidente così amato dalla gente dovrebbe aver infatti guadagnato anche il plauso dei letterati o comunque essere usato per caratterizzare il suo periodo.

Il suo volume scarta i volumi di grande successo sull’assassino, penso ad American Tabloid (tr.it., Mondadori 1995) di James Ellroy o 22/11/’63 (tr.it., Sperling & Kupfer 2011) di Stephen King, menzionati ma non analizzati. Si concentra invece su alcune opere dirette a un pubblico più elitario, ma neanche tanto, e le suddivide per tema: l’assassinio (Libra di Don Lillo, The Tokyo-Montana Express di Richard Brautigan, Couples di John Updike), gli anni alla Casa Bianca (Harlot’s Ghost di Norman Mailer e See You Later Alligator di William F. Buckley), l’ascesa umana e politica (The Last Convertible di Anton Myrer). Infine un ultimo capitolo affronta testi teatrali e poetici. Fra i vari capitoli vi sono alcuni intermezzi che affrontano altri testi non strettamente letterari, ma prodotti da romanzieri.

Il libro è molto piccolo, nonostante l’enorme mole di lavoro che vi sta dietro; non ha conclusioni e anche l’introduzione è breve. Suggerisce piste più che esplorarle compiutamente o meglio più che commentarle distesamente. Inoltre il fatto di concentrarsi su alcuni autori e di evitare la produzione di massa, anche se molti critici ritengono ormai Ellroy e King più significativi di quasi tutti gli altri prima citati, rende difficile valutare l’apporto di questo lavoro. L’autore insiste sul valore della produzione letteraria nella costruzione della memoria condivisa, ma a questo punto ci si chiede se non sarebbe valsa la pena di allargare ulteriormente la rete e includere nella pesca tutti i tipi di scrittura, elitaria e di massa, per la carta stampata, ma anche per il cinema, la televisione, il web, i videogiochi.

JFK. Profile in Literature, Frankfurt am Main Book Cover JFK. Profile in Literature, Frankfurt am Main
Klaus A. Uellenberg
Peter Lang
2013
Cartonato
128